«È difficile poter pensare di organizzare l’evento in questo contesto, dobbiamo prendere una decisione che includa un possibile rinvio, dando la priorità alla salute degli atleti». A parlare del futuro delle Olimpiadi 2020, previste a Tokyo dal 24 luglio al 9 agosto, è il primo ministro giapponese Shinzo Abe. A causa dell’emergenza Coronavirus, infatti, è ancora incerta la sorte dei Giochi Olimpici, anche se Abe – in accordo con il Cio – assicura: «La cancellazione dell’evento non è contemplata».
L’ipotesi rinvio – Nella giornata di domenica 22 marzo, il presidente del Comitato olimpio internazionale (Cio) Thomas Bach ha convocato una riunione straordinaria dell’esecutivo, nella quale si è deliberato che il Comitato avrà un mese di tempo per decidere la sorte della competizione. Possibile data di rinvio quella tuttora prevista per ospitare le Paralimpiadi, ovvero dal 25 agosto al 6 settembre, o in alternativa dal 9 al 25 ottobre, replicando le date dei Giochi di Tokyo del 1964, i primi a svolgersi nel continente asiatico.
No all’annullamento – Nessuna esitazione anche da parte di Bach sul fatto che i Giochi olimpici si svolgeranno in ogni caso. «La cancellazione distruggerebbe il sogno olimpico di 11.000 atleti», dichiara il presidente del Cio, che ai microfoni della radio tedesca SWR ribadisce: «La cancellazione sarebbe la soluzione meno giusta. Non è possibile rimandare i Giochi come fossero una partita di calcio del prossimo sabato, c’è una complessità diversa. Qualsiasi decisione dovrà basarsi su informazioni affidabili e chiare».
Le contromisure – Il Canada intanto sceglie la linea dura. Il Comitato olimpico canadese ha infatti annunciato che non invierà i propri atleti alle Olimpiadi a causa dell’epidemia, e propone all’organizzazione lo slittamento di un anno. «Non si tratta solo della salute degli atleti, ma della salute pubblica», hanno dichiarato i responsabili del Team Canada. Bach però, in una lettera inviata agli atleti al termine dell’esecutivo straordinario, assicura: «Le vite umane hanno la precedenza su tutto, inclusi i Giochi». E conclude augurandosi che «la luce in fondo al tunnel che stiamo attraversando, non si sa quanto lungo, possa essere proprio quella della fiamma olimpica».