Zanetti

 

«Abbiamo in mente di rimanere al Meazza e di ristrutturarlo». Javier Zanetti parla da dirigente, anche se nel cuore dei tifosi nerazzurri rimarrà per sempre “il Capitano”. Il vice-presidente dell’Inter è intervenuto all’evento “La Cina e il calcio globale: il caso Inter”, tenutosi nell’Aula Magna del Polo di Mediazione linguistica di Sesto San Giovanni.

San Siro – E tra i tanti temi affrontati (nell’intervista con Marco Bellinazzo de Il Sole 24 Ore) l’argentino sembra smentire le voci sull’idea dell’Inter di costruire un nuovo stadio, che negli ultimi giorni si sono fatte sempre più insistenti. Soprattutto dopo il boom di presenze (59.359) nel match, vinto 7-1, con l’Atalanta. Ma Zanetti si fa portavoce di Suning e annuncia il restyling di San Siro, solo uno dei «tanti progetti che fanno parte di questo nuovo percorso e che speriamo di portare a termine».

Suning – Il nuovo percorso è cominciato nel giugno del 2016, quando la maggioranza delle quote dell’Inter è passata nelle mani di Suning, colosso cinese nel settore degli elettrodomestici e dei prodotti elettronici. «Si tratta di un gruppo ambizioso e con le idee chiare» assicura Zanetti «oltre all’aspetto economico bisogna considerare che sono persone serie e determinate. Fin dall’inizio ho stretto un legame molto forte con la famiglia Zhang, insieme a loro voglio aprire un altro ciclo che possa permettere alla squadra di tornare ad alti livelli. Suning ha dimostrato un grande rispetto per la storia di questo club e si è presentato in Italia con un approccio manageriale diverso, aspetto che ritengo fondamentale».

La carriera – Impossibile, per Zanetti, non parlare delle sue 19 stagioni in maglia nerazzurra. La maggior parte delle quali trascorsa con la fascia di capitano al braccio: «Ho vissuto una carriera splendida» ricorda l’argentino «mai avrei immaginato di diventare il punto fermo di una società come l’Inter. E devo tutto a Massimo Moratti, perché quando sono arrivato a Milano ero uno sconosciuto. L’impatto con la città, per me che venivo da un quartiere molto piccolo, è stato molto forte e lì Moratti fu fondamentale. Da lui ho anche imparato grandi valori umani e la capacità di prendere decisioni importanti».