Ha 23 anni, un destro potente, sangue italoargentino e un talento per i colpi di testa. Non ha mai giocato in Italia. Eppure Mateo Retegui sarà la punta di diamante dell’attacco italiano nei primi match di qualifica per Euro 2024, il 23 marzo contro l’Inghilterra e il 26 contro Malta. Non è il primo a passare dall’albiceleste della nazionale argentina all’azzurro italiano. E i precedenti sono illustri: da Angelillo a Paletta, passando per Omar Sivori.

La storia – Per sostituire Raspadori e Scamacca, entrambi in fase di recupero per un infortunio, Roberto Mancini è andato a pescare in Argentina e ne ha tirato fuori un pesce grosso, forse addirittura uno squalo dell’area di rigore. Un metro e 86 centimetri di altezza, centravanti del Boca Juniors ma da un anno in prestito al Tigre, Mateo Retegui ha all’attivo 19 gol su 27 presenze nel campionato argentino del 2022. Un curriculum che si arricchisce con le reti di questo inizio 2023: sei in sette presenze. Prestazioni che fanno ben sperare Mancini, che risolve così l’emergenza in attacco e tira un sospiro di sollievo. Il commissario tecnico azzurro non nasconde però la sua delusione e dichiara a Dazn: «I nostri attaccanti centrali, quasi tutti, hanno giocato pochissimo negli ultimi mesi. È lì in attacco che abbiamo problemi ma non perché non ci siano talenti. Ma devono giocare. E non giocano».

Tra passato e presente – Retegui sarà il ventiquattresimo calciatore argentino a giocare per l’Italia. Viene dopo connazionali del calibro di Mauro Camoranesi, centrocampista campione del mondo con la nazionale nel 2006, a Gabriel Paletta, in campo contro l’Inghilterra nei mondiali del 2014. I precedenti storici risalgono però fino agli anni Venti, a quel Julio Libonatti che per primo rinunciò al biancoceleste argentino per l’azzurro italiano. La storia passa poi attraverso gli anni ’60 e tocca il mito dei los angeles con la cara sucia, “gli angeli dalla faccia sporca” la cui abilità in campo andava a braccetto con le umili origini, da figli dell’emigrazione italiana che nel fango dei campi di calcio avevano trovato il riscatto e la fama: Antonio Angelillo, Humberto Maschio e Omar Sivori. Al fascino della nazionale italiana hanno poi ceduto altri giocatori di oggi come Daniel Osvaldo e Ezequiel Schelotto.