Una partita durata una manciata di minuti, poco meno di sei. Il tempo necessario a Luka Jovic per scartare un regalo di De Vrij con un tocco morbido e regalare il passaggio del turno al suo Eintracht. L’Inter viene sconfitta 1-0 a San Siro e saluta l’Europa League agli ottavi di finale, dopo una prestazione a tratti sconcertante. I nerazzurri sono entrati in campo rinunciatari, distratti e forse impauriti dalla rumorosa ed imponente muraglia di tifosi ospiti arrivati da Francoforte. Calati in Italia in oltre 13.000 come dei novelli barbari, gli ultras dell’Eintracht hanno spinto molto sonoramente al turno successivo la loro squadra, quella che nel doppio confronto ha voluto maggiormente di più il passaggio ai quarti di finale.

Scelte obbligate – Con solo dodici elementi della rosa a disposizione oltre i portieri, le scelte di Luciano Spalletti sono quasi obbligate: Skriniar in coppia con De Vrij, panchina per Ranocchia e rischio sia per Perisic che per Keita, acciaccati e fuori forma. Il resto del 4-2-3-1 lo fanno le assenze: Handanovic, Cedric, D’Ambrosio, Borja Valero, Vecino, Candreva, Politano completano l’undici nerazzurro. L’unico cambio rispetto all’andata per il tecnico degli ospiti Hutter, in tribuna squalificato, arriva in mediana ed è obbligato. Fuori Fernandes e dentro Willems, che completa una linea da cinque composta da Kostic, Rode, Da Costa e Gacinovic. Trapp tra i pali; difesa a tre composta da N’Dicka, Hasebe e Hinteregger. Le due punte sono Jovic e Haller.

Ospiti a casa propria – L’impatto dell’Inter con la partita è da incubo. Passano due minuti e Haller colpisce la traversa a porta vuota, dopo che Handanovic si era esibito in una parata incredibile sul mancino di Kostic. La grazia concessa dall’attaccante francese non sveglia i nerazzurri, anzi. La testa gira persino a uno come De Vriij, che regala il vantaggio agli ospiti dopo sei minuti. Retropassaggio di testa troppo corto, Jovic ringrazia e appoggia al palo lontano con un pallonetto dolce. Uno a zero, di fatto finisce la partita. L’Inter sprofonda in un incubo da cui non riuscirà mai a svegliarsi. Il ruggito infernale dei 13.000 tifosi ospiti e la doccia fredda del gol subito all’inizio trasformano San Siro in un ambiente ostile ai padroni di casa. Perisic calcia alto da dentro l’area (15′), ma è di Keita (19′) l’errore imperdonabile. Un rilancio senza pretese di Handanovic si trasforma in un assist per il senegalese, che solo contro Trapp sbaglia il controllo in campo aperto e regala il pallone al portiere tedesco. Più che un errore, è un orrore. Spalletti prova a dare la scossa ai suoi passando al 3-4-3. Nessuna risposta, se non il brivido del raddoppio Eintracht annullato per fuorigioco di Haller (27′) e un’altra gran parata di Handanovic su Gacinovic (38′), lanciato verso la porta da un errore di Vecino.

Fuori equilibrio – Ci si aspetterebbe almeno l’orgoglio al rientro dagli spogliatoi, non arriva nemmeno quello. L’Inter rimane aggrappata ad Handanovic, che mette qualsiasi parte del corpo per tutta la ripresa sui tentativi ripetuti di Jovic, Haller e compagni. Dove non arriva il portiere sloveno, ci pensano i tedeschi a perdonare una squadra spaccata in due tronconi e demotivata, sbagliando ripetutamente il colpo decisivo in ripetuti contropiede nonostante la superiorità numerica. Gli unici brividi che produce l’Inter sono due conclusioni da fuori di Politano e Skriniar. Troppo poco per potersi appellare alla sfortuna di essere arrivati in un momento chiave della stagione falcidiati dalle assenze. Gli ingressi di Ranocchia e dei primavera Esposito e Merola – rispettivamente classe 2002 e 2000 – sono lo specchio della situazione attuale in casa Inter. La vittoria faticosa arrivata con la Spal domenica scorsa avrà anche tenuto il Milan ad un solo punto di distanza, ma l’Inter vista contro l’Eintracht non può pensare di cavarsela con una prestazione del genere. “Il derby sta arrivando” direbbero in una famosa serie tv, e l’Inter sembra tutto meno che pronta ad affrontarlo.