La guardia di Finanza alla sede del Milan

La guardia di Finanza alla sede del Milan

Ennesimo scandalo nel mondo del calcio, questa volta di natura fiscale. Sono 35 le società calcistiche di serie A e B coinvolte, 64 gli indagati e oltre 12 milioni i beni confiscati. È il bilancio, provvisorio, dell’inchiesta “fuorigioco”, condotta dalla procura di Napoli, che ha svelato un radicato e diffuso sistema finalizzato a evadere le tasse. Questa infatti è l’ipotesi di reato, oltre alle false fatturazioni, contestati sia alle società sia ai procuratori e ai calciatori nell’ambito delle operazioni commerciali sulla compravendita dei calciatori stessi.

Le indagini erano partite nel 2012. Si sono concluse il 26 gennaio con la visita delle fiamme gialle agli uffici della sede del Milan per acquisire i documenti. La Guardia di Finanza ha anche eseguito un decreto di perquisizione e sequestro a massimi dirigenti, calciatori e procuratori delle 35 società coinvolte.Tra gli indagati, ci sono l’Ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentiis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc, i calciatori l’ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi, il difensore della nazionale Gabriel Paletta, il centrocampista del Milan Antonio Nocerino, l’attaccante dell’Atalanta German Denis, l’ex Pescara Fernando Quintero, i calciatori non più in attività Erman Crespo, Adrian Mutu e Diego Milito, e il procuratore Alessandro Moggi, figlio di Luciano Moggi.

Tra gli indagati dalla procura di Napoli: Aurelio de Laurentis, Claude Blanc, Claudio Lotito, Adriano Galliani.

Tra gli indagati dalla procura di Napoli: Aurelio de Laurentis, Claude Blanc, Claudio Lotito, Adriano Galliani

L’inchiesta è stata condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Le indagini dell’operazione “fuorigioco” hanno rivelato come i procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi.

L'operazione "fuorigioco" è stata condotta dalla Procura di Napoli

L’operazione “fuorigioco” è stata condotta dalla Procura di Napoli

Per la Procura inoltre, le società approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese. Questo è secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, il meccanismo che consentiva ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit (bonus aggiuntivo sullo stipendio) riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione.

Per di più la procura di Napoli ha scoperto che alcuni agenti di nazionalità argentina, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di società schermo con sede anche in paradisi fiscali, distraevano i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali dell’Italia e de-localizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali.

Alessia Albertin