La Nazionale italiana festeggia dopo la vittoria contro il Belgio EPA/Stuart Franklin (Ansa)

A Wembley per sognare Wembley. Tra poco più di ventiquattr’ore gli Azzurri di Roberto Mancini scenderanno sul campo di calcio più famoso del mondo con la fondata speranza di ritornarci dopo cinque giorni per disputare la finale di Euro 2020. Ma in mezzo c’è la Spagna di Luìs Enrique, avversario sognato (come traguardo) e temuto (come ostacolo) nella seminfinale del 6 luglio. Una semifinale europea che la nazionale italiana non vede da 9 anni. Finora, tra le vittime degli Azzurri, uno spagnolo c’è già stato: è il Ct della nazionale belga Roberto Martinez, battuto 2 a 1 durante i quarti di finale di venerdì scorso a Monaco di Baviera. A gettare un’ombra sul futuro c’è il ritiro, per rottura del tendine di Achille, del difensore Leonardo Spinazzola, infortunato proprio contro il Belgio. Parlare di paura sarebbe eccessivo, ma di attenzione sì: l’Italia non potrà contare sul quello che è stato definito uno dei migliori giocatori messi in campo da Mancini.

Un classico – Il duello tra Italia e Spagna non è certo una novità. Anzi, può essere definito un classico: l’Italia ha duellato con le Furie rosse per 37 volte, vincendo in 11 occasioni e finendo in pareggio per 15. La differenza di reti però sembra favorire la squadra di Roberto Mancini, 43 contro le 40 messe a segno dalla Spagna. L’ultimo incontro tra le due risale al 2 settembre di quattro anni fa al Bernabeu di Madrid per le qualificazione ai mondiali in Russia. Però non si tratta di un bel ricordo. L’Italia dell’allora Ct Gianpiero Ventura fu travolta da un 3 a 0, sconfitta che la portò a non superare il girone di qualificazione.

La certezza di Mancini – La finale dista poco più di 90 minuti e Mancini non vuole sbagliare nulla nella semifinale che sarà decisiva. Nonostante il cambio obbligato di Spinazzola, il Ct della Nazionale ha una certezza: può continuare a contare sul portiere delle meraviglie, Gianluigi Donnarumma, votato dai lettori di Gazzetta.it come il più forte d’Europa. Anche se preoccupa l’arbitraggio, affidato al tedesco Felix Brych, noto per aver diretto la finale di Champions League persa 4-1 dalla Juve con il Real. Come ricorda ilGiornale.it, è accusato di aver penalizzato la Nazionale italiana diverse volte in passato.

Entusiasmo rojo – Della futura avversaria dell’Italia colpisce l’entusiasmo. La Roja ha iniziato l’Europeo non proprio nel migliore dei modi, tra polemiche e offese social per i gol sbagliati. Il delirio è culminato persino in minacce di morte ai danni dell’attaccante Alvaro Morata. Poi la svolta: le Furie Rosse adesso sono compatte, unite, determinate e soprattutto arrabbiate. Un misto di senso dell’impresa e voglia di rivincita. I numeri parlano chiaro: 11 gol in tre partite. E contro l’Italia il tris offensivo resterà intatto: Morata al centro, affiancato da Torres a destra e Sarabia a sinistra. Il modo di giocare può piacere o no, ma dà i suoi risultati: il possesso palla tocca punte dell’80 per cento. La squadra può contare sul carisma del leader indiscusso Sergio Busquets, reduce della Generation Dorata, fuoriclasse che conosce benissimo i suoi avversari.

Punti deboli – I punti deboli non mancano. Le Furie Rosse peccano di concentrazione: il black out di solito arriva durante la seconda metà del secondo tempo. Così è stato contro Croazia e Svizzera. Nulla esclude che possa capitare anche a Wembley. Altri aspetti potenzialmente a favore degli Azzurri sono l’esapoertao possesso di malla che rallenta la manovra e la fissazione di giocare la palla sul portiere che ha portato a pasticci e indimenticabili autogol. E poi c’è il fattore stanchezza. Gli spagnoli saranno anche giovani (come gli Azzurri, petraltro), ma finora hanno faticato di più.