Superato Juan Manuel Fangio, davanti al britannico Lewis Hamilton, campione del mondo di Formula 1 per la sesta volta, ormai c’è solo lui: Michael Schumacher, a quota sette titoli. Un trionfo annunciato, ma amaro per il pilota della Mercedes, che a pochi giri dalla fine del Gp di Austin si è fatto soffiare la vittoria, la settima in carriera, dal compagno di scuderia Valtteri Bottas. A completare il podio texano l’olandese Max Verstappen della Red Bull. «È travolgente, è stata una gara difficile, ieri è stata una giornata complicata – ha detto il neo campione del mondo Hamilton – Valtteri ha fatto una gara fantastica, mi sono impegnato il più possibile, ringrazio il mio team, le persone in fabbrica e tutta la mia famiglia».

La gara delle rosse e le altre –  Ferrari: male. Un mondiale deludente, segnato dai problemi avuti nella prima parte della stagione e poi da troppi errori, sia tecnici che strategici. E dopo i tre Gran Premi vinti e l’illusione di un ritorno della rossa, prosegue il digiuno iridato, che dura ormai dal 2007, quando fu Kimi Raikkonen a portare il titolo piloti a Maranello. Quarto a Austin, ma staccatissimo, Charles Leclerc. Ritirato all’ottavo giro Sebastian Vettel, che ha pagato una rottura alla sospensione anteriore durante il corso dell’ottavo giro. La Ferrari di Vettel, che ha arrancato dal primo giro, non è riuscita a sfruttare la prima fila ed è stata staccata subito da Bottas. Poi dopo otto giri il ritiro. Anche se «il motore non c’entra», come ha ammesso lo stesso ferrarista, la gara di Vettel si è conclusa con il triste rientro ai box, sguardo a terra e amarezza. «Non ho una idea di ciò che non è andato. Una gomma non funzionava come previsto. Oggi abbiamo fatto molta fatica», analizza lucido Charles Leclerc. In top-10, e dunque in zona punti, anche Alexander Albon, Daniel Ricciardo, Lando Norris, Carlos Sainz, Nico Hulkenberg e Daniil Kvyat.

Il duello in casa – Non c’è storia, il Gp texano è stato un match giocato tutto in casa Mercedes. I due compagni di squadra Bottas ed Hamilton se le sono date dal primo giro e a un certo punto, nei box, hanno pure temuto che le due Mercedes finissero in rotta di collisione. A spuntarla però è stato il finlandese, con Hamilton dietro, a un soffio. Gli sarebbe bastato l’ottavo posto, ma a Austin lui voleva vincere. Partito dalla terza fila, dopo avere ottenuto il quinto tempo nelle qualifiche, ha scalato posizioni su posizioni, giro dopo giro. Ma ha dovuto arrendersi di fronte a delle gomme troppo usurate dalla spinta per fare cappotto a tutti i costi, portando a casa Gp e campionato.

Lewis Hamilton al Gp di Austin, foto ANSA

Hamilton 6 campione – «Mio padre mi ha insegnato quando avevo 6-7 anni a non mollare mai, ed ho spinto quanto potevo, volevo regalare una vittoria ma non sono bastate le gomme. Quanti titoli ancora posso vincere? Non so quanti campionati possono vincere ma mi sento fresco come una rosa. Grazie a tutti i tifosi inglesi e anche americani che mi hanno sostenuto con tutto il mio cuore». Una frase che dice tutto del fenomeno britannico che strappa un altro Mondiale, il sesto. Tenacia, velocità, intelligenza tattica e personalità da vendere senza quelle gomitate di troppo che spesso i fuoriclasse non si risparmiano. Un campione tra i più grandi di sempre, con un’ascesa costante, che coincide con il passaggio del britannico alla Mercedes, con la quale ha centrato quattro degli ultimi cinque campionati. Anche quella conclusa è l’ennesima stagione da incorniciare per Hamilton: ha ottenuto undici vittorie e tre secondi posti, correndo tutti i Gran Premi dall’inizio alla fine, con il nono posto in Germania come peggior risultato. Manca ancora una cosa sola per essere idolo totale: mettere a segno il settimo titolo iridato, eguagliando l’indimenticato mito del tifo rosso Schumacher.