La Red Bull di Max Verstappen durante il Gran Premio di Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti, 12 dicembre 2021. EPA/Ali Haider

Un mondiale in un giro. Un solo sorpasso per chiudere il duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton. Ad Abu Dhabi l’ha spuntata il giovane prodigio della Red Bull, che si è portato a casa la gara e il titolo 2021. La stagione di Formula 1 più incerta e rocambolesca degli ultimi anni non poteva che terminare così. O, forse, il finale non è ancora deciso e non lo scriverà l’asfalto della pista. La Mercedes ha presentato due ricorsi ufficiali ai commissari di gara ma sono stati respinti. Ora ha 96 ore di tempo per fare appello alla Corte internazionale Fia di Parigi e cercare di ribaltare l’esito della bandiera a scacchi. «Verstappen merita il titolo piloti e la Mercedes quello costruttori – ha detto a La Sestina Emilio Deleidi, giornalista di Quattroruote ed esperto di F1- L’esito è giusto ma la modalità è stata brutta».

L’auto delle polemiche – Al centro delle proteste c’è la gestione della corsa da parte del direttore di gara Michael Masi. La Mercedes ha contestato l’utilizzo della safety car, entrata per garantire lo spostamento fuori dal tracciato della Williams di Nicholas Latifi, “finito a muro” a sei giri dal termine. In quel momento Hamilton viaggiava in solitaria verso l’ottavo titolo, che avrebbe significato sorpassarei titoli di Michael Schumacher (7 volte campione del mondo). L’ingresso della safety car ha ricompattato il gruppo e ha permesso a Verstappen di fermarsi a montare gomme soft. Con un set nuovo e più prestazionale, Max ha coì potiuto attaccare e scavalcare la Mercedes di Lewis, che girava con pneumatici vecchi di oltre 40 giri. In mezzo ai due c’erano cinque vetture doppiate che, secondo il regolamento, potevano superare la safety car. «Masi avrebbe dovuto far sdoppiare tutte le auto in pista e lasciare fuori la safety car finché non si fossero ricongiunte al gruppo – spiega Deleidi – All’inizio è stato comunicato che le macchine non avrebbero potuto sdoppiarsi, poi è stato permesso a tavolino solo alle vetture tra Verstappen e Hamilton. Si è cercato di non influenzare l’esito della corsa e del mondiale ma quello che non si voleva che accadesse è successo. Credo che in un’altra gara la decisione sarebbe stata diversa». Senza le macchine doppiate, Max ha sorpassato Lewis e ha conquistato il suo primo titolo mondiale. Se le vetture non si fossero sdoppiate, invece, Verstappen non sarebbe riuscito a superarle tutte e a raggiungere Hamilton nell’unico giro di gara rimasto.

Lewis Hamilton e Max Verstappen si abbracciano al termine della corsa, 12 dicembre 2021. (Profilo Instagram @f1)

I cavilli del regolamento – A valutare il regolare svolgimento delle gare di Formula 1 ci sono due organi: il direttore di gara (Michael Masi, appunto) e il collegio dei commissari. La prima figura non può dare sanzioni ma solo segnalare ai commissari eventuali irregolarità. Questi ultimi (sono tre più un ex pilota) esaminano le immagini e decidono se adottare o meno dei provvedimenti. Sono loro, infatti, ad aver ritenuto regolari le manovre del primo giro, quando Max ha attaccato Lewis alla curva 7 costringendo l’inglese ha tagliare per la via di fuga. Hamilton non ha ceduto la posizione Verstappen e i commissari hanno deciso di non intervenire. La gestione della safety car, invece, spetta al direttore di gara. La Mercedes potrebbe fondare il suo appello alla Corte internazionale della Fia, la Federazione internazionale di Formula 1, sulla base dell’art.48.12 del regolamento: nel regime di safety car nessun pilota può effettuare sorpassi a eccezione dei piloti doppiati che, dopo il via libera della direzione di gara, possono sdoppiarsi e riportarsi in coda al gruppo. La Federazione ha però rigettato le proteste della scuderia tedesca appellandosi all’art.15.3, secondo cui il direttore di gara ha “autorità preponderante” sull’uso della safety car. Meno fondato, invece, il secondo ricorso della Mercedes nel dopo-gara. Verstappen avrebbe affiancato la vettura di Hamilton poco prima del rientro ai box della safety car e della ripartenza per l’ultimo giro. «I commissari hanno ritenuto che Max non abbia tratto alcun vantaggio e che si è trattato di un normale rallentamento di Lewis», spiega Deleidi.

Il ricorso alla Corte – Da Ayrton Senna-Alain Prost a Nike Lauda-James Hunt. La Formula 1 non è estranea ai ricorsi in appello alla Corte della Fia. Verdetti che possono condizionare i risultati ottenuti in pista. «Dubito che il mondiale venga rimesso in discussione a tavolino», commenta Deleidi, «La Mercedes potrebbe anche non presentare ricorso per evitare un ritorno d’immagine negativo. È una casa costruttrice e deve valorizzare il brand, mentre la Red Bull è solo un team di F1».