Rosso di sera, bel tempo si spera. Non per la Ferrari, che sotto il sole di San Paolo ha sfoderato un’altra prestazione incolore, l’ennesima di una stagione che ha visto la casa di Maranello fare dei grossi passi indietro rispetto al 2022, passando da principale avversaria della Red Bull a terza, forse quarta, forza del campionato. Per la prossima annata infatti c’è il rischio concreto che anche McLaren, e perché no, Mercedes siano più costanti della Scuderia. Le ultime due tappe della stagione devono dimostrare per velocità, affidabilità e fiducia nei mezzi, che Ferrari cercherà anche nel 2024 di lottare per il campionato del Mondo. Passando per il rinnovo di contratto di Charles Leclerc.
La gara – Che la gara di Interlagos sarebbe stata complicata si era capito fin dal venerdì: ritmo lento, sia sul passo gara che sul giro secco. La Rossa era lontana sia dalla Red Bull di SuperMax – e questa non è una novità – sia dalla McLaren di Norris, scatenato nella seconda parte di stagione. Stesso copione anche durante la sprint race del sabato, con Ferrari distante oltre mezzo secondo dai primi, a lottare a centro gruppo con Alpha Tauri e Aston Martin. La sintesi perfetta di un weekend grigio come le nuvole del sabato brasiliano si è avuta durante il giro di formazione del GP: in curva 7 Leclerc perde il controllo della macchina (pare) per un guasto idraulico e finisce contro le barriere di protezione danneggiando sia l’ala che le sospensioni. Ritiro obbligato per il pilota monegasco e sesto “zero” della stagione. Il forfait di Charles ha costretto il solo Sainz a battagliare contro le Mercedes, dirette concorrenti per il secondo posto nel mondiale costruttori, unico traguardo stagionale rimasto. Sainz che, come da abitudine, ha lottato contro avversari e macchina (durissimo uno sfogo in radio contro una frizione «da buttare») ottenendo un sesto posto che significa quantomeno aver accorciato di quattro punti il distacco dalla Mercedes. Le ex “frecce d’argento” sono adesso davanti a Ferrari di 20 punti, distacco da colmare nelle ultime due gare della stagione, Las Vegas e Abu Dhabi.
Le parole di Leclerc e di Ferrari – «Non posso dire quello che è successo, io ho perso l’idraulica del volante e poi le ruote posteriori si sono bloccate da sole per una sicurezza sul motore, poi il muro» ha detto Leclerc cercando di spiegare quanto accaduto, «oggi non potevo fare nulla, mi sono arrabbiato e sono dispiaciuto dopo quanto fatto nel weekend perché si poteva fare bene. Torno a casa dopo tre curve, mi fa male. Ne parlerò con il team». Da secondo a ritirato in poche centinaia di metri, senza nemmeno avere la possibilità di vedere i cinque semafori rossi della partenza. Non esattamente la conclusione che pilota, fan e muretto speravano di vivere. Lo stesso team principal Frederick Vasseur, che a quasi un anno dal suo insediamento comincia a sentire la pressione dei risultati, ha commentato: «Per Leclerc è stata più di una delusione perché avevamo puntato il weekend sulla gara. È stato un problema del sistema, il motore si è spento ma non sappiamo perché. Di certo non è stato un suo errore. Parlerò con Leclerc stasera e tornerà quello di sempre, ma capisco la sua frustrazione. Avevamo conquistato una prima fila importante, posso immaginare il suo stato d’animo perché è un agonista e tornerà forte a Las Vegas». Serve trovare una risposta in fretta, per togliersi dalla schiena quel macigno rappresentato da anni di vittorie solo sfiorate, che diventa stagione dopo stagione più pesante.
Il futuro – Con un contratto in scadenza nel 2024 il futuro sembra incerto, sia per la Rossa che per Leclerc, che almeno sulla carta dovrebbe essere l’uomo designato per riportare a Maranello un titolo mondiale che manca ormai dal 2007. La responsabilità adesso è tutta nelle mani di Frederick Vasseur. Il suo primo anno da team principal ha visto una Ferrari molto altalenante, che non è mai riuscita ad accorciare il distacco dai primi e che anzi ha delineato la McLaren come potenziale antagonista al poker di SuperMax nel 2024. Charles e Carlos, pur con caratteristiche diverse, hanno dimostrato in più occasioni di essere piloti molto veloci, che messi nelle condizioni giuste potrebbero ambire al gradino più alto del podio. La Formula 1, che tra gli sport è quella che meglio si avvicina a una scienza esatta, lascia presagire che per la prossima stagione non ci saranno clamorosi ribaltoni al vertice e che un altro anno di purgatorio sia quasi tappa obbligata. Un cambio ai piani dirigenziali e tecnici potrebbe essere la soluzione migliore per trattenere l’enfant prodige Leclerc – che a 26 anni, nel pieno della maturità tecnica, farebbe gola a molte, se non tutte, le scuderie del paddock – e per garantire ai tifosi un futuro che sia roseo per la Rossa, ma non del rosso delle bandiere brasiliane.