ANSA / MATTEO BAZZI

«Eravamo quattro amici al bar». Non si sa se anche loro volessero cambiare il mondo, come nei versi di Gino Paoli: quel che è certo è che non dovevano essere lì. La fine della giornata di campionato è coincisa con una notte decisamente movimentata, in casa Inter: i calciatori Romelu Lukaku, Ivan Perisic, Ashley Young e Achraf Hakimi sono stati “pizzicati” dai carabinieri per aver partecipato a un festino clandestino in un hotel del centro di Milano, il “the Square Milano Duomo”, in violazione delle leggi anti contagio. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, più che lo scalpo della Roma, battuta poche ore prima a San Siro, i festeggiamenti avrebbero riguardato il compleanno di Lukaku, che il 13 maggio ha spento ventotto candeline: il bomber belga, che ha trascinato a suon di gol i nerazzurri nella cavalcata scudetto, si era già segnalato la scorsa settimana per l’esuberanza con la quale aveva sfrecciato tra le vie di Milano per salutare il titolo appena conquistato. In totale nella notte sono state identificate ventiquattro persone, tra cui il direttore del ristorante dell’hotel che ha organizzato l’evento: sia lui che gli ospiti saranno sanzionati per la violazione della normativa sul contenimento del Covid – 19.

La telefonata ai carabinieri – Le forze dell’ordine sono state allertate da una telefonata di un altro cliente dell’albergo: secondo le prime indiscrezioni, il “delatore” sarebbe un noto influencer, presente alla festa scudetto in Duomo di due settimane fa e molto vicino all’ambiente nerazzurro. Che ad Appiano Gentile la serenità scarseggi anche dopo i trionfi è una consuetudine atavica. L’interismo è una virtù dello spirito, ancorato a una dimensione in precario equilibrio tra vizio e virtù: l’Inter, si sa, è pazza per definizione. La società non ha ancora commentato l’accaduto, ma è immaginabile il malumore della dirigenza, impegnata in questi giorni a fronteggiare le voci di crisi finanziaria che hanno turbato i festeggiamenti post tricolore. Non entusiasta nemmeno Antonio Conte, tra l’altro già alle prese con il caso Lautaro: la notte brava dei quattro arriva a tre giorni da una partita, quella contro la Juventus (grande ex del tecnico leccese), che pur non avendo un diretto valore di classifica per i nerazzurri (già campioni d’Italia) potrebbe diventare l’ago della bilancia del campionato, sancendo l’esclusione della “Vecchia Signora” dalla prossima Champions League.

I precedenti – Di festini non autorizzati è piena la storia del calcio, e nessuno ormai tende a scandalizzarsene: gli albergatori milanesi ricordano con nostalgia il bomber Adriano e le sue nottate leggendarie organizzate all’ombra del Duomo, così come Radja Nainggolan, testa bassa di giorno e gomito alto di sera. La pandemia ha mutato radicalmente gli scenari e i momenti di baldoria delle stelle del calcio sono diventate di rilevanza pubblica. È il caso del party organizzato dal centrocampista Juve Weston McKennie, che ha visto tra gli invitati i compagni Dybala e Arthur, o dell’imbarazzo che ha colpito Zlatan Ibrahimovic, testimonial anti Covid della Regione Lombardia e fotografato al ristorante in piena zona rossa. Anche oltremanica sono incappati in qualche scappatella: il 5 aprile 2020, in piena prima ondata, il centrocampista del Manchester City Kyle Walker decise di combattere la noia del lockdown organizzando un festino a luci rosse nel suo appartamento. «Ognuno a rincorrere i suoi guai».