Inarrestabile e leggendaria. Ha gareggiato, aggressiva e coraggiosa, ed è tornata a vincere: «Due giorni su due. Abbiamo conquistato il west, come una Golden Eagle». Sabato 14 dicembre era già stato secondo posto in discesa libera, sulla storica pista di Birds of Prey (solo 16 centesimi dietro l’austriaca Cornelia Huetter), solitamente scenario di sfide maschili. Ma non le è bastato. Domenica, sempre in occasione della Coppa del Mondo di Beaver Creek, in Colorado, Sofia Goggia ha conquistato il gradino più alto sul podio del SuperG. Dieci mesi dopo la frattura a tibia e malleolo tibiale è arrivata la 25esima vittoria della bergamasca, e il suo podio numero 56.

La gara – Il SuperG, dopo la discesa libera, è la seconda disciplina più veloce dello sci alpino. Richiede però maggiore tecnica, e rispetto alle altre specialità dello slalom presenta curve molto più ampie che permettono il raggiungimento di alte velocità. Domenica Goggia ha strappato la vittoria alla ticinese Lara Gut-Behami (già titolare del trofeo di specialità e della Coppa del Mondo assoluta) in 1’03″90. «Penso di essere più pericolosa nel super G che nella discesa libera», aveva detto al suo team. E così è stato. Il traguardo segnato dalla sciatrice svizzera era considerato difficile da superare, ma con una progressione incalzante negli intertempi, Goggia è riuscita a ottenere un vantaggio di 66 centesimi. Mezzo secondo che l’ha resa campionessa, nonostante le imprecisioni sul finale. Poi i passi di samba: «Se arrivo al traguardo con luce verde faccio un balletto alla Braathen», aveva promesso, «ma da bergamasca l’unica cosa che mi viene bene è fare la polenta». Il podio, però, la smentisce. «Sono scesa con grande solidità. Forse è stato uno dei miei più bei supergiganti di sempre». Dietro di lei e di Gut-Behami, il terzo posto è andato all’austriaca Ariane Raedler (a 60/100), a seguire Cornelia Huetter, Federica Brignone, e Marta Bassino. La spaventosa caduta di Nadia Delago sembrava potesse rovinare una giornata di successi per le azzurre, che con il nono posto di Elena Curtoni (a 1″14) ha visto 4 italiane in top10. Fortunatamente, però, la 27enne si è rialzata ed è riuscita a tagliare il traguardo sui suoi sci.

L’infortunio e la ripresa – «Meglio di così non potevo chiedere a me stessa», ha dichiarato Goggia al termine della gara. In un weekend che è arrivato dopo mesi di riabilitazione. Lo scorso 5 febbraio, durante un allenamento a Ponte di Legno, c’era stata la frattura di tibia e malleolo tibiale. Solo a settembre i medici avevano tolto le placche impiantate per tenere ferma l’articolazione. «Devo ringraziare i dottori», ma la gratitudine è anche verso se stessa: «Ho rimesso insieme curva dopo curva, pezzo dopo pezzo, alla fine però se i pezzi vengono messi bene insieme, escono cose straordinarie». E dopo 314 giorni dall’infortunio, si è presentata al cancelletto integra, solida, con una mente libera e senza pensieri per l’infortunio: «Vorrei restare con questo atteggiamento, anche se nulla è scontato». Dal suo esordio nello sci alpino è già andata incontro a sette operazioni, ma non ha mai perso la sua carica coraggiosa e a tratti spericolata, come due anni fa, quando, 23 giorni dopo una caduta che le aveva causato una distorsione al ginocchio sinistro, riuscì a conquistare la medaglia di argento alle Olimpiadi invernali di Pechino.

Le vittorie – Venticinque i successi per Sofia Goggia (18 in discesa e 7 in superG), a partire da quello del 2017 in Corea del Sud. Con l’oro di domenica si è guadagnata il suo 56esimo podio, avvicinandosi sempre di più a Federica Brignone che rimane ancora, con 70 vittorie, l’italiana più vincente di sempre. L’ultima vittoria di Goggia prima dell’infortunio era stata a gennaio ad Altenmarkt, in discesa libera. L’ultimo super G conquistato, invece, è dell’8 dicembre 2023 a St. Moritz. Sarà proprio nella cittadina svizzera che gareggerà di nuovo, in altri due super G, sabato 21 e domenica 22 dicembre: «La vittoria più importante è sempre la prossima».