Una rimonta impressionante per proseguire una rincorsa ai migliori che, da un anno e mezzo, sembra non conoscere freni od ostacoli. Non si arresta l’ascesa di Francesco Molinari: il golfista torinese ha trionfato all’Arnold Palmer Invitational di Orlando, in Florida, uno dei tornei più importanti del PGA Tour, il circuito professionistico americano. Un successo impreziosito da una rimonta che, dal diciassettesimo posto della giornata di sabato 9 marzo, lo ha portato a sollevare, il giorno successivo, il trofeo sul green. E che, dal decimo posto del ranking mondiale, lo ha visto salire in settima posizione, terzo europeo della graduatoria.
La vittoria – La giornata di sabato sembrava aver infranto i sogni di gloria di Molinari. Sedici avversari davanti e una distanza di 9 colpi dal primo, l’inglese Matthew Fitzpatrick. Il classe 1982 ha però sfoderato, nella giornata conclusiva, una serie di numeri d’alta scuola: 8 birdie, ossia 8 buche portate a casa con un colpo in meno di quanto prestabilito, e 10 par, realizzate con il numero predeterminato di colpi. Nessuno dei suoi avversari è riuscito a tenere il ritmo, con il povero Fitzpatrick arrivato secondo, a due colpi di distanza dai 276 con i quali il torinese ha chiuso i suoi giri. Hanno completato il podio, a tre colpi dal leader, il coreano Sungjae Im, lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e un altro inglese, Tommy Fleetwood. Nei festeggiamenti il vincitore ha alternato toni più sobri ad altri più spavaldi: «Non ci son state particolari strategie o piani di gioco. Non sono in grado di indicare qualche parte del mio gioco che mi dia la possibilità di poter ottenere questi risultati: credo sia solo il frutto del gran lavoro fatto in inverno, sia sull’aspetto tecnico, sia su quello mentale. So, comunque, che posso realizzare punteggi bassi su ogni campo da golf». Il riconoscimento di un metodo d’allenamento solido e continuo, ma anche la pacata consapevolezza di chi sa, nell’ultimo anno e mezzo, di aver raggiunto risultati straordinari, impensabili per un golfista italiano fino a poco tempo fa.
Una lunga carriera e un boom recente – Professionista dal 2004 e fratello minore di Edoardo, anche lui golfista professionista, ha impiegato molti anni prima di avere un rendimento costante ad alti livelli: 5 vittorie nei primi 12 anni di carriera, tra cui due acuti nel torneo di casa, l’Open d’Italia. La vera e propria consacrazione è arrivata solo lo scorso anno: nel suo 2018 spaziale, è diventato il primo italiano a vincere un Major, il The Open Championship, uno dei quattro tornei più importanti della stagione sull’erba. Un traguardo storico per lo sport italiano, con cui ha contribuito a far arrivare sulle prime pagine dei giornali e sui telegiornali una disciplina sempre considerata come elitaria, se non riservata solo ai “pensionati” di altri sport. Oltre a questo trionfo era arrivato anche il decisivo contributo al successo europeo nella Ryder Cup, l’annuale competizione dove si fronteggiano i campioni europei contro quelli americani. Cinque vittorie su cinque duelli, di cui ben tre contro il celebre Tiger Woods, considerato per anni il miglior golfista della storia. Imprese che gli hanno consentito di togliersi diversi sfizi: il collare d’oro del Coni, riservato soltanto ai vincitori di Olimpiadi o Mondiali, ma soprattutto il premio della Bbc come miglior sportivo non inglese dell’anno passato. Un riconoscimento che nessun atleta azzurro aveva mai ottenuto. Qualcuno avrebbe mai potuto pensare che il tabù sarebbe stato spezzato da un golfista, nella patria di Alberto Tomba, Valentino Rossi e svariati calciatori?
Le reazioni – L’ultimo successo in terra americana, che consacra Molinari nel gotha dei golfisti attuali, e non come semplice mina vagante, ha suscitato reazioni entusiaste, a partire da quella di Giovanni Malagò, presidente del Coni: «Sono finiti anche gli aggettivi per celebrare la grandezza di Francesco Molinari, capace di vincere l’Arnold Palmer Invitational grazie a una rimonta sensazionale». Questo il messaggio del capo dello sport nazionale rivolto via twitter. Esaltazione che lascia il posto ad ampie e sempre più rosee aspettative, evidenziate dal presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti: «Non ho alcun dubbio, Francesco Molinari diventerà presto il nuovo numero 1 al mondo del green. Vivo di certezze – sottolinea Chimenti – Chicco’ è ormai un fuoriclasse assoluto e vanta già il miglior swing (movimento per far alzare la pallina da terra, n.d.r) del pianeta». Un pronostico arduo, ma se c’è qualcuno che ha dimostrato di non porsi limiti e di realizzare imprese impossibili, quello è proprio Francesco Molinari.