Cosa succede quando due cervelloni della matematica si appassionano al calcio? Che probabilmente ne sovvertono le regole. La Uefa sta pensando di modificare lo svolgimento della serie di calci di rigore (in caso di pareggio dopo i tempi supplementari) sulla base dello studio di due professori di matematica, Ignacio Palacios-HuertaJosé Apesteguia. Il modello ABAB (tiri a squadre alternate) sembra ormai superato per il tiro dagli 11 metri e pare si vada sempre più verso un modello ABBA. L’ispirazione è al tie-break del tennis. Sono già partiti i primi test, in occasione degli Europei under 17.

La psicologia – La dinamica attuale è nota: i calciatori si alternano per i penalty. Prima tira una squadra e poi l’altra, fino a che una delle due non ne totalizza di più portandosi a casa la vittoria. È stato dimostrato però che la prima squadra a tirare è anche quella che ha la maggiore probabilità di vincere se segna subito il primo gol. E non si parla di probabilità risicate o trascurabili: salgono subito al 60,6%. La motivazione è da cercare un po’ nella psicologia e un po’ nel calcolo matematico. Se si inizia per primi e si effettuano tutti i tiri aumenta la pressione sugli avversari, che rischiano di avere meno probabilità di farcela. E si sa, maggiore è lo stress, maggiore è la possibilità di sbagliare.

Il cambiamento – E questo non è l’unico dato interessante evidenziato dai professori Ignacio Palacios-HuertaJosé Apesteguia. Il loro studio, intitolato «Beautiful Game Theory: How Soccer Can Help Economics», è iniziato nel 2010 ed è stato condotto su oltre 2900 casi di rigori tirati in 270 sequenze tra il 1970 e 2008. Gli studiosi dimostrano come la variazione nella sequenza di tiro dei calci di rigore (da ABAB ad ABBA) porterebbe a un maggiore equilibrio nel conseguimento del risultato. Il modello seguito è senza dubbio quello del tennis, e precisamente del tie-break: un giocatore serve, poi tocca due volte all’avversario, poi il servizio torna, sempre per due volte di fila, al primo giocatore e avanti così, finché non si decreta il vincitore.

L’approvazione – Il tie-break dei rigori viene testato dalla Uefgli Europei under 17 che si stanno disputando in Croazia (quello maschile) e Repubblica Ceca (quello femminile). In ogni caso, prima di essere approvato, dovrà comunque passare al vaglio dell’International Board (IFAB), che è l’unico organo che può modificare o innovare le regole del gioco del calcio a livello internazionale e nazionale. La formula dovrà inoltre ricevere una maggioranza di voti superiore al 75%, ovvero sei favorevoli su otto pareri totali.

La dinamica – I risultati, per il momento, sembrano promettenti. Per fare un esempio prendiamo la semifinale agli Europei under 17 femminili tra Germania e Norvegia, che si è decisa dagli 11 metri. Ha iniziato la Germania, il cui primo tiro di rigore è stato parato. È toccato poi alla Norvegia tirare, per due volte di fila: parato il primo, gol il secondo. Zero a uno. I successivi due tiri della Germania non smuovono la situazione: una parata e un palo. Tocca di nuovo alla Norvegia, che segna solo al primo tiro. Zero a due per la Norvegia. Ma ecco che inizia il cambio di marcia tedesco: due tiri, due gol. Si blocca invece la Norvegia, che subisce due parate. Determinante l’ultimo tiro della Germania, che stabilisce in risultato sul 3-2 (4-3 contando il pareggio in partita). Lo schema seguito è stato ABBA ABBA ABBA. Per farla breve, nonostante il suo iniziale svantaggio, la squadra tedesca sembra aver tratto giovamento dalla possibilità di tirare per due volte di seguito, passando in vantaggio. Allo stesso modo, per le gli stessi strani percorsi della psicologia, la Norvegia, nonostante il suo iniziale vantaggio, sembra essersi accasciata man mano che non riusciva a respingere i tiri della squadra avversaria. Siamo nel campo del possibile, della teoria. Ma se pure la Uefa ci sta facendo un pensierino, è meglio iniziare a capirci qualcosa.