Claudio LotitoClaudio Lotito come il manzoniano Don Rodrigo. Tentata estorsione, pressioni, intimidazioni, favori. Fatti di cronaca, non solo da romanzo, frequenti nel sistema calcio italiano. “I miei accusatori diventeranno accusati”, grida ora il presidente della Lazio. Ma la sua dichiarazione di innocenza non ferma la Procura di Napoli, che il 10 giugno ha perquisito la sede della Federcalcio oltre all’abitazione e all’ufficio di Lotito. Un’indagine avviata dopo la telefonata registrata dal dirigente dell’Ischia Calcio Pino Iodice lo scorso 28 gennaio. Una telefonata in cui Lotito faceva pressioni sui dirigenti di Lega Pro perché votassero il bilancio secondo la sua volontà. Nel mirino dei pm, adesso, ci sono i finanziamenti illeciti e i meccanismi intimidatori che il presidente avrebbe messo in atto per ottenere una posizione di forza in Figc e Lega A. Da verificare, infine, se in forza dell’appoggio elettorale garantito al presidente federale Carlo Tavecchio, Lotito abbia ricevuto qualche vantaggio economico o di potere.

Come è noto, Don Rodrigo alla fine dei Promessi Sposi viene colpito dalla peste. Come quella che avrebbe colpito il presidente della Lazio, quella che lui definisce “una ingiusta campagna diffamatoria e calunniosa”: “Il fine è indubbiamente quello di ostacolare l’opera di risanamento del calcio, che sto contribuendo faticosamente a portare avanti”, si è difeso.

Non è l’unico a sentirsi un appestato in questa vicenda: Pino Iodice, che ha dato le dimissioni da dirigente dell’Ischia, lamenta di non avere ricevuto sostegno dalle “persone dell’ambiente” e di essere stato biasimato per avere registrato e reso pubblica la telefonata. “Sono quattro mesi che vivo da appestato. Gli sviluppi dell’indagine dimostrano che non ero pazzo e che ho agito per il bene del calcio”, commenta. E ribadisce le sue motivazioni: “A dicembre l’assemblea di Lega Pro ha bocciato il bilancio. In vista della nuova riunione, Lotito ha parlato con tante società, ha fatto pressioni perché aderissero a un documento a sostegno di Mario Macalli (presidente della Lega Pro, ndr) e del gruppo decisivo per l’elezione di Carlo Tavecchio, numero uno della Figc. In caso contrario avremmo avuto problemi con i contributi dovuti. Minacce – prosegue Iodice – che poi non hanno avuto seguito”.

Entro il 16 giugno la procura Figc dovrà decidere se archiviare il caso o se deferire Lotito, una scelta che metterebbe a rischio il suo ruolo di consigliere federale considerando che è già stato sospeso, per via della telefonata con Iodice, 8 mesi e 15 giorni (su un massimo consentito di 12 mesi).

Intanto intorno a lui si fa il vuoto. il presidente della Lega Pro Macalli, non indagato, si è tirato fuori dalla vicenda: “Stanno perquisendo il mio ufficio in Figc? Io non ho mai avuto nemmeno un gabinetto in Figc. Non metto piede nei luoghi istituzionali. Lotito indagato? Chiedete a lui”, taglia corto. Assicura invece “massima collaborazione” Tavecchio, ascoltato in qualità di persona informata dei fatti.

Chiara Piotto