Hamilton festeggia la vittoria il a Istanbul (Turchia), 15 novembre. (Ansa) EPA/Murad Sezer / Pool

Lewis Hamilton è diventato il pilota più vincente nella storia della Formula 1. Sono sette i mondiali vinti dopo l’ultimo trionfo. Raggiunto Michael Schumacher, già superato in precedenza per numero di corse singole vinte. Le ore e i giorni successivi sono un susseguirsi di commenti e interviste, tentativi di fare chiarezza tra tante emozioni. Dal percorso che l’ha portato alla vittoria di oggi al legame speciale con il padre. Dal messaggio motivazionale che lancia ai giovani alla denuncia al razzismo. Un campione a tutto tondo, che da ieri è entrato nella storia.

Il messaggio «Today, we didn’t get it». Oggi ancora non abbiamo realizzato, ha commentato Hamilton subito dopo la vittoria. Poche ore dopo, sui social media, prova a  contestualizzare il successo in un periodo complicato per l’umanità, facendo appello ai valori dello sport e sottolineando i risultati a cui possono portare impegno e determinazione. Immancabile, poi, per uno sportivo molto attento alle diseguaglianze sociali e al razzismo, un richiamo a una responsabilità in questa direzione: «Accettiamoci e siamo più gentili l’uno con l’altro. Facciamo in modo che l’opportunità non dipenda da sfondo o colore della pelle». Un richiamo forte, deciso. Di particolare rilevanza se portato avanti da un campione del mondo nel giorno più importante della sua carriera. Campione che, evidentemente, non si è dimenticato delle proprie origini e delle difficoltà che ha incontrato nel suo cammino, degli scherni per i pochi soldi e per il colore della sua pelle. «Molti mi hanno detto che il mio sogno era impossibile, eppure eccomi qui. Voglio che tu sappia che puoi farlo anche tu», ha ribadito. Delusioni e successi di Hamilton sono poi caratterizzati da una presenza costante: il padre, a cui viene fatta una dedica speciale.

L’uomo dietro al successo. «Mi sono rivisto a cinque anni sui Kart, e poi quando ho vinto il primo titolo nazionale con papà che mi cantava “we are the champions”»La storia del campione del mondo parte da qua. Dopo il divorzio dei genitori, inizia a correre sui Kart per passare del tempo con il padre Anthony. Che fin da subito ha creduto nelle doti del figlio. Quattro lavori, notti insonni in garage a sistemare go-kart, tutto pur di permettergli di realizzare il proprio sogno: correre in Formula 1. Gli sforzi degli Hamilton vengono ripagati e a soli dodici anni Lewis ottiene un contratto con la McLaren di Ron Dennis. Nel 2007 il debutto sulle piste che contano e nel 2008 il primo campionato vinto. Nel 2012 approda alla Mercedes, con cui, dopo l’ultimo successo, sembra imminente un rinnovo del contratto.