Internazionale, di nome e di fatto. Il 2-2 di mercoledì sera contro il Bayern Monaco ha garantito alla squadra allenata da Simone Inzaghi un posto tra le quattro semifinaliste di Champions League. Il 30 aprile gara d’andata a Barcellona, ritorno una settimana dopo al Meazza. Nell’eventuale finale i nerazzurri affronterebbero una tra Paris Saint Germain e Arsenal.

La partita – «Internazionale devi vincere», impazzava San Siro nella serata del 17 aprile. Il coro della curva nerazzurra rispecchia una realtà: un’Inter così sa vincere e deve farlo. La gara d’andata era stata una prova di carattere, con la capacità di sostenere le arrembate degli avversari quando necessario e contrattaccare non appena possibile. Il match di ritorno ha visto un copione simile, ma con un nuovo protagonista inatteso: lo scirocco. La vittoria per 2-1 all’Allianz Arena di Monaco la scorsa settimana permetteva ai nerazzurri di potersi accontentare di un pareggio per accedere alle semifinali. Le raffiche di vento fino a 60 km/h nel primo tempo hanno contribuito alla spinta del Bayern Monaco. Nonostante la statistica sulla percentuale di possesso palla sorrida ai tedeschi, le occasioni nella prima frazione di gioco sono state un paio per parte e non particolarmente pericolose. Nei secondi 45 minuti, in compenso, è successo di tutto. Al 52esimo il bomber della squadra ospite Harry Kane viene lasciato senza marcatura dentro l’area nerazzurra e non può fallire l’1-0. Sarà stato il calore del pubblico o la spinta del vento, ma l’Inter ha reagito subito: 6 minuti per il pareggio del capitano Lautaro Martinez e altri 3 per il soprasso timbrato dal difensore Benjamin Pavard, 2-1. Entrambi i gol sono arrivati da calcio d’angolo, due ganci in pieno volto ai tedeschi e San Siro che si trasforma in una bolgia. La squadra ospite non si è tuttavia arresa, ma ha abbassato la testa e continuato a insistere. Il risultato è tornato in discussione già al 76esimo con il fortunoso gol di Eric Dier, il cui colpo di testa ha preso una traiettoria “bizzarra”, complice il solito scirocco. Dal momento del 2-2 è partito l’assalto tedesco, a cui l’Inter ha risposto colpo su colpo, a testa alta. I tifosi di casa hanno vissuto 20 minuti in apnea, con il portiere Sommer chiamato più volte a intervenire. Il Bayern ci ha creduto fino all’ultimo secondo, letteralmente: al 96esimo inoltrato, l’ex Juventus Kingsley Coman ci ha provato con un destro al volo dall’interno dell’area di rigore, finito alto sopra la traversa. Da lì, i tre fischi dell’arbitro e l’invasione di campo della panchina interista guidata da Inzaghi. È (di nuovo) semifinale. La seconda in tre anni.

Sogno Triplete Lo storico pareggio di San Siro rimarrà tra i più belli ricordi del nuovo millennio per i tifosi interisti, che però associando Bayern Monaco e Champions League non potranno che optare per altri ricordi. Era il 22 maggio 2010 quando al Santiago Bernabeu di Madrid l’Inter batteva i bavaresi, aggiudicandosi la terza Champions League della sua storia. Era il terzo trofeo, dopo campionato di Serie A e la Coppa Italia, di una stagione da record, passata alla storia come quella “del triplete“. Quella Inter era la prima squadra italiana della storia a vincere tutti e tre i titoli in una singola annata. Cosa potrebbe esserci di ancor più incredibile? Ripetersi 15 anni dopo. Con l’attuale primo posto in campionato, la semifinale di ritorno di Coppa Italia da giocare contro il Milan il 23 aprile e la doppia sfida di Champions contro il Barcellona, i nerazzurri sono in piena corsa su tutti i fronti. I tifosi più scaramantici possono fermarsi qui, per tutti gli altri invece una chicca statistica. Vi ricordate chi aveva affrontato in semifinale l’Inter nella Champions del 2010? Ironia della sorte, proprio il Barcellona.