Gareggiare con la maglia azzurra non sarà più possibile per gli atleti che finora avrebbero potuto essere convocati in nazionale in virtù di un trisavolo italiano. Cambiano le regole con il nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 28 marzo sulla cittadinanza italiana ottenuta per ius sanguinis. Finora non c’erano limiti nel ripercorrere a ritroso l’albero genealogico fino a trovare qualche figlio dell’emigrazione, magari nell’Ottocento, e guadagnarsi il passaporto italiano. Adesso la tagliola per potersi dire cittadini del Belpaese scatta alla seconda generazione, fino ai nonni e non di più.

La nazionale azzurra – L’Italia del calcio scesa in campo contro la Germania un paio di settimane fa alla Nations League non aveva giocatori oriundi. Gli unici due di origine straniera, Destiny Udogie e Moise Kean, sono entrambi nati e cresciuti qui. Assente nella formazione per infortunio era l’italo-argentino Mateo Retegui. Nel caso dell’attaccante dell’Atalanta non ci saranno problemi ad essere allenato dal ct Luciano Spalletti perché è già stato riconosciuto come italiano e dunque non può perdere il diritto acquisito. Se avesse avviato la pratica domani, invece, avrebbe dovuto rinunciare al sogno azzurro: la sua discendenza italiana risale a un bisnonno del ramo materno.

Le stelle del passato – Non sarebbero stati nei tabellini della nazionale nemmeno l’oro di Euro 2020 e l’argento di Euro 2022 Jorginho, nato in Brasile e con un trisavolo italiano, o il vicecampione europeo nel 2012 Thiago Motta, brasiliano da tre generazioni. Discorso analogo per Lionel Messi, che ha sempre preferito l’Argentina ma nel Barça figurava come giocatore comunitario grazie a un trisnonno di Recanati. Lo stop avrebbe colpito anche Éder, tra gli azzurri per un bisnonno. Tra gli 11 che hanno regalato l’ultima gioia italiana ai Mondiali, nel 2006, Mauro German Camoranesi ha alzato la coppa per un bisnonno, non abbastanza per il governo meloniano.

Passaportopoli – Nel 2000 era scoppiato lo scandalo Passaportopoli, che vedeva coinvolte sette società sportive, con 14 giocatori implicati, tra cui Dida, Recoba e Veron. In alcuni casi era stato dimostrato che i parenti non erano mai esistiti. Un caso simile è successo al cestista Marcelo Damiao: la sua discendenza italiana era fittizia. Una scoperta successiva all’oro europeo nel 1999 e, prima ancora, al servizio militare fatto per il nostro esercito.

Le domande degli oriundi – La richiesta della cittadinanza italiana per ius sanguinis è diventata una bolla che ha ingolfato consolati e tribunali. Nel 2023 i passaporti ottenuti da oriundi sono stati circa 190 mila, superando quelle per residenza o matrimonio. Da qui la scelta dell’esecutivo di dimezzare la possibilità di richiedere la cittadinanza. I nuovi limiti non valgono per gli apolidi. I figli di italiani nati all’estero acquisteranno la cittadinanza se prima della nascita uno dei loro genitori ha risieduto per almeno due anni continuativi in Italia.