(foto Ansa/Alessandro Di Marco)

La Juventus c’è. Dopo la sentenza della Corte di appello della Figc che ha comminato alla società torinese una penalizzazione di 15 punti i bianconeri erano chiamati a una reazione, che è arrivata nel posticipo domenicale contro l’Atalanta. In uno Juventus Stadium invelenito per via della contestazione dei tifosi juventini verso Figc, Lega Serie A ed ex dirigenza, va in scena una partita divertente che si chiude sul 3-3. La Juve paga qualche disattenzione della retroguardia ma si gode un Angel Di Maria in forma smagliante, l’Atalanta coccola Ademola Lookman (doppietta e quota 11 in campionato), ma la scena se la prende Danilo, che con un siluro su punizione sigla il pari finale.

Futuro incerto – Se la reazione sul campo lascia ben sperare, a preoccupare è il quadro generale della situazione. La penalizzazione di 15 punti arrivata venerdì ha fatto scivolare la Vecchia Signora dal terzo al nono posto, ma la condanna non è definitiva. «Questa sentenza è assolutamente ingiusta e iniqua, faremo ricorso al Coni», ha detto il nuovo amministratore delegato bianconero Maurizio Scanavino ai microfoni di Dazn prima del match. A essere contestata è la condanna della sola Juventus nell’ambito del processo-plusvalenze, che vedeva coinvolte altre otto società con cui la Juve aveva realizzato l’illecito. Le motivazioni di questa decisione arriveranno entro il 30 gennaio, ma da quello che trapela sembrerebbe che ad essere stata sanzionata sia stata la scorrettezza del disegno generale messo a punto dalla Juventus. I guai, però, non finiscono qui. Questa mattina la società bianconera ha faticato a fare prezzo in borsa e solo mezzora dopo l’apertura dei mercati è riuscita a entrare negli scambi, cedendo però il 5,2%, con un ribasso massimo raggiunto del 12%. Il processo-plusvalenze, inoltre, è solo uno dei filoni legati all’inchiesta Prisma della Procura di Torino, che comprende anche le indagini sulle commesse pagate agli agenti e il presunto taglio fittizio degli stipendi nella primavera del 2020 e nel 2021. Essendo quotata in borsa, poi, la Juventus è anche nel mirino della Consob (l’accusa principale è quella di falso in bilancio) Secondo il giornalista Paolo Ziliani la Juve rischierebbe altri punti di penalizzazione per la manovra sugli stipendi, oltre che un’esclusione dalle coppe europee di almeno cinque anni. Per il momento, in realtà, la Uefa rimane alla finestra, aspettando le sentenze definitive prima di intervenire. La massima autorità del calcio europeo ha aperto un’inchiesta sulla Juventus già a dicembre, indagando sulle potenziali violazioni delle norme sul fairplay finanziario. L’eventuale interdizione dalle coppe continentali scatterebbe soltanto in caso di qualificazione, il che significa che a essere in discussione non è solo la prossima stagione ma anche quelle successive: nello specifico, il rischio è quello di esclusione fino alla stagione 2026/27.

Rincorsa Champions – La sentenza della Corte di appello federale, se dovesse essere confermata dal Collegio di garanzia del Coni (che può confermare o annullare, ma non modificare parzialmente), complicherebbe la stagione dei bianconeri. La squadra di Max Allegri dista ora 14 punti dalla zona Champions e gli obiettivi vanno ridefiniti, dando priorità ai due trofei per cui la Juve è ancora in corsa: Coppa Italia ed Europa League, vincendo la quale la Juve conquisterebbe il pass per la Champions, Uefa permettendo. Una mancata qualificazione alla massima comepetizione continentale costerebbe alla Vecchia Signora circa 80 milioni di euro di introiti, oltre che un’ulteriore colpo alla reputazione del brand. In questo senso, il cambio ai vertici della società, oltre che essere una scelta quasi obbligata, ha voluto segnare un momento di discontinuità. Il nuovo presidente è il commercialista Gianluca Ferrero, affiancato dall’ad Scanavino. Cambio anche nell’area tecnica: vista l’inibizione di 16 mesi di Federico Cherubini, il nuovo Chief football officer sarà Francesco Calvo già capo dello staff e con un passato al Barcellona e alla Roma.