Capolavoro Azzurro. L’Italia del tennis vince nuovamente la Coppa Davis, battendo in finale l’Olanda 2-0, grazie alle vittorie di Matteo Berrettini e Jannik Sinner su Botic Van De Zandschulp e Tallon Griekspoor. È il terzo trofeo nella storia per l’Italia, il secondo consecutivo. A Malaga è festa grande: Berrettini scoppia in lacrime e abbraccia tutti, Sinner cerca di mantenere la sua oramai tipica aplomb altoatesina, ma viene anche lui travolto dall’onda azzurra. È un successo che vale tantissimo, che sottolinea ulteriormente la forza e la grande crescita del tennis italiano. Oltre alla Davis, l’Italia in questo 2024 si è aggiudicata anche la Billie Jean King Cup, il campionato mondiale femminile. Per il nostro Paese, è la prima doppietta di sempre.

Il cammino – L’inizio di Coppa Davis non è stato peraltro agevole. Nella prima gara contro l’Argentina, ai quarti di finale, Lorenzo Musetti è stato infatti sconfitto da Francisco Cerundolo per 6-4, 6-1. Solo la vittoria di Sinner contro Sebastián Baez prima e il successo nel doppio firmato Berrettini-Sinner poi hanno permesso all’Italia di qualificarsi alla semifinale. Da quel momento è stato un tripudio azzurro, fatto di sole vittorie. Contro l’Australia, è arrivato un secco 2-0: Berrettini ha battuto Thanasi Kokkinakis in tre set, mentre Sinner si è sbarazzato di Alex De Minaur con un punteggio di 6-4, 6-3. Infine la tanto attesa finale contro l’Olanda, che ha visto ancora una volta loro due come protagonisti. Due set a zero per entrambi e festa azzurra in Spagna.

I due campioni – Per Sinner una conferma. Per Berrettini, invece, un possibile punto di ripartenza per lasciarsi definitivamente alle spalle il periodo più buio segnato da tanti infortuni. Per i due eroi, la vittoria della Davis ha inevitabilmente un sapore diverso. L’altoatesino è sempre più numero uno. Non solo nel Ranking ATP, ma in tutto e per tutto. Nel 2024 ha conquistato 18 tornei, tra cui due Slam: l’Australian Open e lo US Open: 73 vittorie su 79 partite giocate, una media del 92.4%, La Coppa, quindi, arriva a conclusione di un anno di successi. Per Berrettini è invece diverso. È un passo verso la rinascita. Attualmente Matteo è il numero 35 al mondo, ma i margini di crescita sono ancora tanti. Troppi gli alti e bassi negli ultimi anni, ora è richiesto un qualcosa in più. Intanto, però, per entrambi è il momento di godersi il presente. Per pensare al futuro c’è tempo.