Netta la superiorità tedesca degli scontri diretti. Il Bayern Monaco ha battuto la Roma 7 a 0 all'andata e 2 a 0 al ritorno

Netta la superiorità tedesca degli scontri diretti. Il Bayern Monaco ha battuto la Roma 7 a 0 all’andata e 2 a 0 al ritorno.

Delusione a Roma, entusiasmo a Berlino. Con l’eliminazione dei giallorossi a opera degli inglesi del Manchester City, il 10 dicembre, l’ultima giornata della fase a gironi di Champions League ha portato l’ennesimo verdetto impietoso per le squadre italiane. Una sola qualificata, la Juventus, arrivata seconda nel suo girone, senza entusiasmare.

Da diversi anni le italiane deludono in Europa e sembrano lontanissime le vittorie continentali del Milan nel 2007 e dell’Inter nel 2010. Oggi i padroni del calcio europeo sono altri, e parlano tedesco. La Germania è riuscita a mandare quattro squadre su quattro agli ottavi di finale. Più di Spagna e Inghilterra, che si fermano a tre, e più della Francia, rimasta a due.

Si conferma così, dopo il trionfo al mondiale brasiliano, l’ottima salute del fussbal tedesco. Fino a pochi anni fa, era solo il Bayern di Monaco a vantare prestigio e successi internazionali, con qualche parentesi vincente del Borussia Dortmund. Oggi è l’intero movimento a convincere. Con una localizzazione geografica ben precisa. La regione della Renania settentrionale-Vestfalia oggi non è più solo il motore industriale del Paese, ma anche quello calcistico. Piazzando alla fase finale di Champions tre squadre – il Borussia Dortmund, il Bayer Leverkusen e lo Shalke 04 – che giocano nel raggio di 100 chilometri.

I motivi del divario tra Italia e Germania sono molti: la diversa situazione economica dei due Paesi ha senza dubbio un ruolo, ma anche le deficienze organizzative e progettuali, la scarsa sicurezza e la mancanza di stadi moderni, confortevoli e di proprietà dei club. Da noi solo la Juventus si è mossa per tempo, e sta godendo i frutti della sua lungimiranza, mentre in Germania il processo di modernizzazione del calcio è avviato da oltre un decennio.

Unico vanto per l’Italia restano i suoi allenatori, che si confermano tra i migliori. Oltre a Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera, hanno passato il turno anche Carlo Ancelotti alla guida del Real Madrid e Roberto Di Matteo con il soprendente Schalke 04. Ancelotti e Di Matteo hanno già vinto la Champions League con squadre straniere, rispettivamente nel 2014 con il Real Madrid e nel 2012 con il Chelsea.

Ai tifosi italiani rimane solo da sperare in un cammino positivo della Juventus, che da campione in carica e favorita in campionato, dovrà riuscire a fare il salto di qualità in Europa, dopo le brucianti eliminazioni degli ultimi anni. La strada dei bianconeri potrebbe però non essere semplice. Arrivata seconda nel suo girone, alle spalle dell’Atletico di Madrid, la Juventus incontrerà una delle vincitrici degli altri raggruppamenti. Tra i possibili avversari, quattro sono quelli che spaventano: le spagnole Real Madrid e Barcellona, entrambe candidate ad arrivare in finale, il Chelsea di José Mourinho e il Bayern Monaco di Pep Guardiola. Più abbordabili sarebbero invece il Porto e i francesi del Monaco. Un caso a parte è il Borussia Dortmund, vice-campione d’Europa l’anno scorso, è ultima in Bundesliga ma ha avuto un ottimo cammino in coppa, e rimane un avversario pericoloso.

Simone Gorla