Inter e Milan sono state protagoniste dell’estate per i cambi di proprietà. Entrambe parleranno cinese ma i tempi di chiusura delle rispettive trattative sono stati diversi con conseguenze inevitabili sul mercato e sulle rose che De Boer e Montella hanno a disposizione. Grandi colpi di livello internazionale per i nerazzurri, forti del budget messo a disposizione da Suning. Giovane e italiana la squadra rossonera che non ha ancora ufficializzato il closing con gli investitori cinesi e che quindi non ha potuto piazzare colpi importanti.

Qui Inter – Alla fine del campionato scorso per l’Inter si profilava un’estate di lacrime e sangue: austerità nel mercato estivo e stabilità dal punto di vista tecnico, a causa delle note difficoltà di bilancio. Si parlava di cessioni importanti per finanziare i nuovi acquisti, con Roberto Mancini saldo sulla panchina almeno per un altro anno.  Tutto è stato stravolto nel giro di pochi giorni. Il 6 giugno è stata annunciata l’acquisizione della maggioranza – il 70% – delle quote della società da parte di Suning Group, colosso cinese degli elettrodomestici. Una trattativa andata avanti in modo molto spedito, dalle prime voci fino all’ufficializzazione vera e propria con il consiglio di amministrazione del 28 giugno.

Thohir e Zhang ratificano l'acquisto delle quote di maggioranza dell'Inter da parte di Suning Group

Thohir e Zhang ratificano l’acquisto delle quote di maggioranza dell’Inter da parte di Suning Group

La nuova proprietà non ha certo esordito con un profilo basso. “Vogliamo rilanciare l’Inter e riportarla al top in Europa”, “Garantiremo un flusso di investimenti costante per rinforzare la squadra e la società”. Parole al miele per i tifosi che vengono da cinque anni complicati, con posizioni di classifica non adeguate al blasone e la partecipazione alla Champions che manca dal 2011. Il proprietario di Suning Zhang Jindong ha dimostrato di avere le idee chiarissime. Il progetto per l’Inter è fatto di investimenti , espansione del prodotto a livello internazionale attraverso il marketing, giovani calciatori promettenti.

È stato un mercato estivo opposto a quello che i tifosi avevano messo in preventivo: è arrivato João Mario, appena laureatosi campione d’Europa con il suo Portogallo, per una cifra che non si vedeva spendere da tempo a Milano: oltre 40 milioni compresi i bonus. E’ arrivato il 19enne Gabriel Barbosa, soprannominato Gabigol, uno dei maggiori talenti brasiliani, a cui sarà garantito un ingaggio da top player. L’8 agosto Mancini è stato improvvisamente sostituito da Frank De Boer. Una mossa inaspettata, voluta dal presidente Erick Thohir, che ha destato qualche perplessità per la tempistica. Il rapporto con Mancini sembrava però ormai deteriorato, soprattutto su mercato e politica dei giovani. L’avvio in campionato non è stato dei migliori, con la sconfitta all’esordio in casa del Chievo e contro gli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva in Europa League. Poi è arrivata la vittoria contro la Juventus, 2-1 a San Siro. E altre due vittorie contro Pescara ed Empoli. Non è certo che i benefici portati dalla nuova proprietà arrivino subito. Ci saranno alti e bassi dovuti a una rosa non ancora completa e un po’ insufficiente nelle riserve. L’Inter sembra pronta per tornare sui grandi palcoscenici. Lo dimostrano il gioco in crescita con De Boer e le capacità finanziarie di Suning.

Qui Milan – Giovane e italiano. Se ci sono due caratteristiche che possono essere attribuite al nuovo Milan di Montella sono proprio queste. L’estate appena conclusa – l’ultima della presidenza Berlusconi – è stata tra le più difficili, se non la più difficile, dei trent’anni guidati dal Cavaliere. Le vicende legate alla cessione della società, il budget ristretto e un allenatore da scegliere hanno reso molto complicata la costruzione della rosa per la stagione 2016-2017. Pochi acquisti (Lapadula, Pasalic, Gomez, Sosa e Vangioni), nessuna stella ma tanti giovani da lanciare (o rilanciare).

Il Milan giovane e italiano che aveva invocato il presidente Berlusconi già qualche anno fa si è materializzato più per necessità che per una reale strategia di mercato. Così la squadra rossonera è diventata quella che tra i titolari ha l’età media più bassa dell’intera Serie A. Dopo le prime giornate, l’undici di Montella ha un’età media di 25 anni e 388 giorni. Il talento di maggior spicco è senza dubbio il portiere Gianluigi “Gigio” Donnarumma. Campano classe ‘99, lanciato da Mihajlovic già nella scorsa stagione, è considerato l’erede naturale di Buffon e nelle prime partite del campionato in corso ha già confermato quanto di buono aveva fatto vedere lo scorso anno.

Per molti è già il "nuovo Buffon": Donnarumma è il gioiellino simbolo della nuova linea verde del Milan

Per molti è già il “nuovo Buffon”: Donnarumma è il gioiellino simbolo della nuova linea verde del Milan

Oltre a Donnarumma, il Milan ha messo in vetrina altri gioielli che possono tornare utili (non per forza in un futuro lontano) anche in nazionale. Romagnoli (’95), De Sciglio (’92) e Calabria (’96) su tutti, senza dimenticare il classe ’98 Manuel Locatelli, prima scelta di Montella come vice Montolivo. Non italiani ma comunque under 23 anche altri due titolarissimi come Suso, spagnolo classe ’93 e Niang, ventiduenne tornato dall’infortunio e subito tra gli inamovibili di Montella. In attesa degli investimenti da parte dei nuovi proprietari cinesi (il closing è previsto per il mese di novembre), il Milan sarà costretto ad inseguire la zona Europa con i giovani. Sono lontani i tempi dei fuoriclasse presentati a San Siro. Nessuna stella ma tanti potenziali campioni. L’era Berlusconi si è chiusa senza successi ma chissà che proprio da questi giovani non si possa ripartire per rendere di nuovo il Milan protagonista in Italia e in Europa.

di Matteo Furcas, Domenico Motisi, Roberto Bordi