Pioggia. Pioggia senza sosta. «La pista è fradicia, speriamo che vada tutto bene», urlano gli altoparlanti del Monza Eni Circuit. Ma i piloti restano preoccupati. Suona l’inno nazionale, si accendono i motori e 30 mila cavalli di potenza fanno sentire all’unisono il loro ruggito. La safety car è davanti a tutti perché ogni macchina alza una nuvola di spray d’acqua alta almeno tre metri; non si vede niente.

Si parte– Al comando c’è Mirko Bortolotti nella sua Lamborghini Huracan numero 63, il migliore nelle qualifiche dei giorni passati, seguito a ruota dalla Mercedes Gt di Bastian. I giri passano tra l’urlio acuto dei motori italiani di Ferrari e Lamborghini e i ruggiti dei motori germanici che animano Mercedes, Audi e Aston Martin. Un’auto in particolare, la 108, lascia la sua firma ad ogni passaggio sul rettilineo principale del tempio della velocità. È Alex Buncombe alla guida di Bentley Continental GT3, i suoi scarichi laterali lanciano una fucilata prima di ogni decelerazione per le curve di Lesmo.

Resistenza– È una gara di endurance, di durata, per tre ore (a Monza, nel campionato è prevista anche una 24 ore al circuito di Spa), in cui le automobili non solo devono cercare di dominare la classifica ma anche evitare danni e malfunzionamenti. La pista è bagnata e non perdona le sbavature, soprattutto alla variante Ascari che miete le sue vittime: contatti, danni agli splitter e auto che vanno con regolarità in spettacolari testacoda. Nessuno vuole restare indietro e spesso i rientri in pista rischiano di fare più danni degli insabbiamenti. Lamborghini, Bmw, Ferrari, Bentley, non importa il blasone, esagerare a Monza ha sempre il suo prezzo. Durante le tre ore i tre piloti devono tutti gareggiare e i momenti più tesi della corsa sono proprio i cambi dei conduttori. Per due volte nel corso della gara strategie e rientri ai box hanno rimescolato le carte in tavola in una corsa che non ha mai annoiato dall’inizio alla fine.

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Il trionfo– Tutta la gloria al vincitore: Andrea Rizzoli che, insieme a Klaus Bachler e Zaid Ashkanani, trionfa a bordo della Porsche 54 del team Dinamic Motorsport. La sua è stata una corsa quasi impeccabile: lontano dagli incidenti, equilibrato nella gestione del mezzo e con la giusta dose di fortuna perché i problemi elettrici hanno costretto al ritiro la Lamborghini di Bortolotti. Un secondo posto degno di nota è anche quello di Andrea Caldarelli, Marco Mapelli e Dennis Lind a bordo della Lamborghini n.563. Uscita di pista al primo giro, ha recuperato posizione dopo posizione fino ad arrivare sul podio.
La prossima tappa del campionato Blancpain GT sarà a Brands Hatch (Inghilterra) il 5 Maggio.