Pugno di ferro. È questo quello che occorre secondo Giovanni Malagò, presidente del Coni, per trovare una soluzione al problema della violenza negli stadi italiani. «Serve modello alla Thatcher» dice il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale, intervistato a “Radio Anch’io lo sport” su Radio 1 in vista del tavolo al Viminale previsto nel pomeriggio per affrontare la questione. Non è la prima volta che il presidente del Coni prende l’operato della “Lady di ferro” come esempio. Già nel 2014, in seguito agli scontri avvenuti prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli in cui morì l’ultras partenopeo Ciro Esposito, Malagò aveva invocato il modello inglese, basato su società responsabilizzate e obbligate a rinnovare gli impianti, ampio utilizzo di polizia e steward e processi per direttissima agli ultras arrestati. Bocciati i Daspo perché «sembravano particolarmente restrittivi e invece non si sono rivelati tali», il numero uno del Coni chiede anche «pene durissime» per i club che si rendono complici dei gruppi organizzati violenti.

«Il trionfo dell’ipocrisia» – Nell’ultima settimana è scoppiato il caso biglietti per la Supercoppa Italiana, in programma a Gedda il prossimo 16 gennaio, con le donne confinate in alcuni settori dello Stadio. L’opinione di Malagò è che sui settori riservati ai soli uomini ci sia «il trionfo dell’ipocrisia da parte di tante persone». «Ovviamente tutto quello succede in Arabia Saudita non mi trova d’accordo», precisa il presidente del Coni, «ma il bando è stato assegnato nel 2018 al miglior offerente da un ente privato quale è la Lega di Serie A». «Il problema è sorto con i biglietti» continua il presidente del Comitato olimpico, «ma in Arabia le donne non potevano entrare negli stadi prima, mentre ora possono farlo in alcuni settori». Le sue parole hanno provocato la reazione di Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d’italia: «Malagò farebbe meglio a tacere dato che furono proprio gesti eclatanti nel mondo dello sport ad accendere i riflettori su temi importanti come l’Apartheid. Ipocrita è chi non vuole assumersi responsabilità».

Olimpiadi – «Entro l’11 gennaio ufficializzeremo i dettagli della candidatura Milano-Cortina». Il «sogno», come l’ha definito Malagò, continua ma diventa anche modo per affrontare il tema della riforma del Comitato olimpico prevista dal governo. «Stiamo parlando» ammette il presidente del Coni, che rassicura anche che non cambierà nulla per la preparazione olimpica. In vista di Tokyo 2020 gli viene domandato se Gregorio Paltrinieri sia un buon candidato per fare da portabandiera durante la cerimonia d’apertura: «Ha vinto un oro a Rio, è un ottimo nome».