«Dovevamo e potevamo fare molto meglio. Cosa? Quasi tutto». Così il ct Roberto Mancini ha commentato il match vinto dall’Italia 2-0 contro il Malta. Al National Stadium Ta’ Qali la Nazionale “rivisitata” – con otto cambi di formazione – è tornata in campo per le qualificazioni agli Europei 2024 ma non ha trionfato, nonostante le aspettative dei tifosi e dei commentatori sportivi. Tutti delusi, compreso il mister.

Match insoddisfacente – Si poteva capire dall’inizio che c’era qualcosa che non funzionava. Il primo sbaglio difensivo è arrivato a soli cinque minuti dal fischio d’inizio. Se non fosse stato per il salvataggio – quasi insperato – di Donnarumma, gli avversari avrebbe portato a casa almeno un goal. A ribaltare le sorti del gioco è corso in aiuto l’oriundo Retegui, che con un colpo di testa prima dello scoccare del trentesimo minuto, è riuscito a sfiorare la traversa e segnare il suo secondo goal per gli Azzurri. Il raddoppio è arrivato pochi istanti dopo dal centrocampista del Monza Pessina, che è riuscito a corregge il tiro impreciso di Emerson. Un risultato, dunque, tutt’altro che eccezionale ma che ha regalato punti all’Italia, permettendole di scalare la classifica del girone dopo la sconfitta contro l’Inghilterra.

Il caso Retegui – Braccia attorno ai compagni, sguardo fisso davanti a sé, la telecamera inquadra i giocatori cantare l’inno nazionale e – a sorpresa – affianco al difensore Romagnoli anche la new entry argentina Mateo Retegui accenna alcune parole. È iniziata così la serata degli Azzurri, che è stata decisa proprio dalla prima rete di Retegui. «È stato fondamentale perché ha sbloccato la partita. Ora diamogli tempo per ambientarsi e capire il nostro calcio», ha detto l’allenatore Mancini, senza esporsi ulteriormente sulle critiche sul tema degli oriundi. Negli ultimi giorni, Mateo Retegui era stato, infatti, al centro di numerose polemiche, per aver ottenuto la cittadinanza italiana solo grazie al nonno originario di Canicattì, pur non sapendo parlare la lingua. A fomentare le accuse era stato anche l’ex Inter Mario Balotelli, che tramite un post su suoi social aveva scritto: «Attaccanti in Italia ci sono ancora e sono in forma…fidatevi». Una questione più che mai attuale, soprattutto considerando il periodo di crisi che il settore calcistico italiano sta affrontando e le continue competizioni tra Federazioni per aggiudicarsi i giovani più talentuosi con doppia cittadinanza. «Ci sono pochi calciatori italiani», ha spiegato Dino Zoff, ex ct della Nazionale e portiere. «Africa e Sudamerica producono sempre un sacco di giocatori, hanno la possibilità di fare quello che facevamo noi negli anni ’60: passare ore e ore a giocare in grandi spazi. Adesso invece i giovani in Italia giocano due volte a settimana per un’ora ed è già tanto».