A Manchester è già finito il tempo dei festeggiamenti. Dopo soli quattro giorni dalla vittoria della seconda Premier League consecutiva da parte dei Citiziens di Pep Guardiola, la camera di investigazione del CFCB, l’Organo di Controllo Finanziario dei Club Uefa, deferisce il club. La notizia è arrivata con un comunicato ufficiale Uefa: il CFCB aveva avviato un’inchiesta il 9 marzo scorso, conclusa nella mattinata di oggi, 16 maggio, con la denuncia per “potenziale violazione in materia di Fair Play finanziario“. In caso di conferma della accuse, il club rischierebbe l’esclusione dalla prossima edizione della Champions League. «La Uefa non rilascerà altri commenti al riguardo fino a una decisione da parte della Camera Arbitrale CFCB», ha inoltre dichiarato la federazione che regola il calcio europeo.

Le accuse – Iniezioni di capitali mascherate come contratti di sponsorizzazioni: questa sarebbe l’indiscrezione emersa dai documenti di “Football Leaks”. Le accuse fanno riferimento a delle irregolarità avvenute tra il 2012 e il 2013: si parla di 149,5 milioni di sterline arrivati direttamente da Abu Dhabi nel primo anno e 57 milioni nel secondo. Nei giorni scorsi la notizia di un possibile provvedimento era stata resa pubblica dal New York Times, che aveva anche ipotizzato la decisione Uefa di escludere il Manchester City dalla Champions League (ancora da chiarire se già dalla prossima edizione o da quella 2020/2021).

Le reazioni – «Siamo delusi ma non sorpresi»: il club di proprietà di Mansur bin Zayd al Nahyan, numero uno della Fondazione Emirates, ha risposto ai fatti di questi giorni con un comunicato ufficiale. Al suo interno anche degli attacchi a Yves Leterme, ex premier belga, ora supervisore del processo. «La fuga di notizie nelle ultime settimane sono indicative del processo supervisionato dal signor Yves Leterme […] Le accuse di violazioni sono false. Il processo è parziale e ostile. Confidiamo – conclude il City – in un risultato positivo nel momento in cui tutto sarà esaminato da un organo giudiziario indipendente».
Un cambio netto di registro da parte del club: quella di questa mattina fa seguito ad un’altra comunicazione ufficiale che era stata rilasciata nella giornata di martedì 14 maggio, dopo che un reportage del Der Spiegel, ripreso dal New York Times, aveva accusato la società di illeciti finanziari. «Il Manchester City FC collabora pienamente e in buona fede con le indagini in corso del Club Financial Control Body (CFCB). Nel fare ciò, il club dipende dall’indipendenza e dall’impegno della camera investigativa (Investigatory Chamber) per un giusto processo».

I precedenti – Dalla sua entrata in vigore nel 2014, il Fair Play finanziario voluto da Uefa ha rappresentato un’importante misura volta a contrastare gli illeciti sportivi. La violazione di questa regola prevede sanzioni che vanno dall’ammenda fino all’esclusione dai principali tornei nazionali ed internazionali. Fino ad ora, sono 17 le squadre a cui è stata applicata la pena ritenuta “maggiore”, vale a dire l’esclusione dalle coppe: tra queste spiccano i turchi del Galatasaray (provvedimento di Marzo 2016) e gli ucraini del Dnipro, esclusi nel dicembre 2015, pochi mesi dopo aver vinto l’Europa League ai danni del Siviglia.