I tifosi rossoneri si sono stancati. Niente soldi finti lanciati dagli spalti, né giochi di parole («Dollarumma», giugno 2017). Questa volta i milanisti ci vanno giù pesante: «Violenza morale 6 milioni all’anno e l’ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene, la pazienza è finita», hanno scritto sullo striscione comparso in curva a San Siro durante il match Milan-Verona del 13 dicembre. Destinatario, Gianluigi Donnarumma. Per la prima volta fischiato dai suoi sostenitori e insultato durante il riscaldamento. Già, perché la telenovela tra il portiere 18enne e la società, cominciata quest’estate, non è ancora finita. Nei giorni scorsi il giocatore ha scritto ai dirigenti del Milan sostenendo di essere stato oggetto di pressioni psicologiche durante la firma del contratto da 6 milioni netti all’anno siglato l’11 luglio 2017, che prevedeva anche l’assunzione del fratello Antonio come terzo portiere del club. Per questo ora il procuratore Mino Raiola ha chiesto di annullare l’accordo e intende portarsi via Gigio.
La reazione – Al Meazza la squadra allenata da Rino Gattuso ha vinto 3-0, ma non gioisce. Gigio Donnarumma ha lasciato il campo visibilmente scosso, dopo la contestazione subita dai tifosi. Testa bassa, lacrime trattenute a stento, nello spogliatoio ci ha pensato il capitano Leonardo Bonucci a consolare la giovane promessa del calcio italiano. «Si sta facendo passare un ragazzo così giovane per un mostro. Non se lo merita, ha valori incredibili», è intervenuto Gattuso. «Dobbiamo tutelarlo, è in grandissima difficoltà. Gigio non mi ha mai detto che vuole andar via. E non ho detto che Raiola sta convincendo il ragazzo. Vediamo come andrà a finire», ha tagliato corto nel post partita l’ex centrocampista dei rossoneri. «Non tutte le colpe sono di Donnarumma, purtroppo sappiamo da dove viene il male», si è schierato più esplicitamente il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, con chiaro riferimento a Raiola. «Gigio dovrà venire a supplicarci di mandarlo via. Ma qualsiasi squadra arrivi detteremo noi le condizioni. Non ci facciamo prendere per il collo da nessuno. Io credo che un giorno si accorgerà dove sta il bene e dove sta il male».
Le presunte pressioni psicologiche – La notizia, comparsa sul Corriere della Sera del 12 dicembre, arriva a cinque mesi esatti dal rinnovo del contratto fino al 2021 tra il giocatore originario di Castellammare di Stabia e il club. L’avvocato Vittorio Rigo, consulente di Raiola e presente negli uffici di Casa Milan durante la firma, ha scritto al Milan chiedendone l’annullamento. Il motivo? Una presunta «violenza morale» che il ragazzo avrebbe subìto al momento di sottoscrivere l’accordo e che, in base all’articolo 1435 del Codice civile, determinerebbe la decadenza dello stesso. La squadra ha fatto sapere di voler affrontare il tema con il giocatore in modo sereno ma fermo, partendo dal presupposto che Donnarumma è inamovibile ed è parte dell’asse portante su cui Rino Gattuso sta costruendo il suo Milan. «Gigio non è sul mercato, verranno prese in considerazioni solo eventuali offerte clamorose», è la posizione di Milanello. Per ora di proposte ufficiali non ne sono arrivate, ma negli ambienti rossoneri la mossa di Raiola è vista come un tentativo di creare instabilità e di prepararsi a trascinare il giocatore verso nuovi lidi.
La clausola che non c’è – Le uniche due motivazioni con cui Donnarumma potrebbe farsi annullare il contratto sarebbero la violenza morale, appunto, oppure il dolo contrattuale, come spiega Marco Bellinazzo nel suo blog su Il Sole 24 Ore. Questa ipotesi indicherebbe un raggiro per cui al portiere sarebbe stato sottoposto un contratto fittizio, facendogli credere che contenesse una clausola rescissoria che invece non c’era. Tale clausola, infatti, non è stata depositata in Lega dal Milan proprio perché la controparte non l’ha sottoscritta. Sempre secondo Bellinazzo, difficilmente entrambi gli scenari potrebbero reggere in sede giudiziaria. E senza clausola è la società ad avere il coltello dalla parte del manico, potendo decidere quando e a quanto vendere il giocatore. Come ammesso dell’ad rossonero Marco Fassone, tuttavia, il Milan ha bisogno di cedere qualche big per far quadrare i bilanci. Per questo club e agente potrebbero avere interesse comune a ritrovare un’intesa sul promettente numero uno.