Nessuno si era davvero illuso che il Var avrebbe azzerato le polemiche in Serie A e i gol di Franck Kessié e José Palomino arrivano puntuali per ricordarcelo. Due reti decisive per le sfide di alta classifica tra Milan e Napoli e tra Atalanta e Roma. O meglio, due “non reti”. Entrambi i gol sono stati annullati degli arbitri dopo il richiamo del Var. Decisioni controverse caratterizzate da un uso a tratti perverso (e sbagliato) del regolamento.
Attivo o passivo – È il 90′ a San Siro quando Kessie calcia in rete la palla del pareggio. Un punto d’oro che avrebbe permesso al Milan di tenere a distanza il Napoli e di non perdere la scia dell’Inter, campione d’inverno con un turno di anticipo dal 19 dicembre. Invece, l’arbitro Davide Massa (fino a quel momento pressoché impeccabile) viene richiamato dal Var Aleandro di Paolo e dall’assistente Var Pasquale De Meo. Durante l’azione concitata, l’attaccante rossonero Olivier Giroud è finito a terra in area di rigore, in posizione di netto fuorigioco. Massa va alla revisione sul campo (on field review) e decide di annullare il gol. Secondo il regolamento del Var, il fuorigioco è una una circostanza “oggettiva” perché viene calcolata tracciando linee geometriche. Non è previsto che l’arbitro vada a rivederlo sul campo ed è sufficiente la decisione del Var. La circostanza diventa però “soggettiva” se il fuorigioco è procurato da un’interferenza di un giocatore che disturba l’azione di un suo avversario (anche senza toccare la palla). È questa la situazione del gol di Kessié, con Giroud che da terra “interferisce” con il tentativo di respinta del difensore napoletano Juan Jesus, anche lui a terra dopo un contrasto con il francese. In questo caso, la decisione spetta all’arbitro: deve andare allo schermo per verificare che il giocatore in fuorigioco sia attivo o passivo, cioè che influisca o meno sull’intervento dell’avversario. E qui si entra nel campo delle interpretazioni soggettive. Giroud è nettamente oltre la linea difensiva del Napoli ma è sdraiato a gambe aperte, una posizione che non si è cercato consapevolmente ma in cui si è ritrovato dopo il duello aereo. La decisione sembrerebbe eccessiva: il francese è a terra, difficile che possa considerarsi “attivo”. Ad ogni modo l’errore (se c’è) è dell’arbitro Massa: il Var ha svolto correttamente il suo compito, individuando una circostanza “soggettiva” e rimettendo la decisione nelle mani dell’arbitro di campo.
L’errore procedurale – Qualcosa di simile è avvenuto anche in Atalanta-Roma (1-4 il risultato finale). I giallorossi, avanti 2-1 con le reti di Tammy Abraham e Nicolò Zaniolo, subiscono il pareggio con il secondo autogol nella stessa partita di Bryan Cristante. Ma il difensore bergamasco Palomino (in fuorigioco) lo ostacola e Cristante si vede arrivare addosso il colpo di testa di Duvan Zapata. L’arbitro è Massimiliano Irrati e annulla il gol dopo il richiamo del Var Luigi Nasca ma senza andare all’on field review. In questo caso c’è un errore procedurale: il Var avrebbe dovuto raccomandare a Irrati la revisione sul campo trattandosi di una circostanza “soggettiva”. Invece, fa annullare il gol all’arbitro come se si trattasse di una situazione “oggettiva”. Anche qui si potrebbe discutere sull’effettiva interferenza di Palomino, che appoggia le mani sulla schiena di Cristante ma non lo sbilancia né lo spinge in alcun modo verso il pallone. Il difensore è sicuramente “più attivo” di Giroud, ma è sufficiente per annullare il gol? Resta l’errore del Var: avrebbe dovuto mandare Irrati davanti allo schermo.
La furia di Gasp e Pioli – «Lo so che diranno che il regolamento è giusto, ma se un giocatore è per terra e non fa niente per intervenire, come si fa a dire che ha ostacolato il difensore?», ha commentato il tecnico del Milan Stefano Pioli mentre osservava le immagini della rete annullata a Kessié. E anche lui richiama l’episodio di Bergamo: «L’arbitro ha fatto subito riferimento ad Atalanta-Roma, ma questo non mi interessa. Lì Palomino ha cercato di intervenire, mentre Giroud era per terra e non poteva far niente per intervenire». Decisamente più fumantino, nel pieno del suo stile, l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini nel dopo partita della sfida con la Roma: «Io mi aspetto una spiegazione. Se Palomino l’ha toccata è in fuorigioco, altrimenti è autogol di Cristante. Non è possibile, con il VAR che ha tante telecamere. Palomino è alle spalle e nemmeno lo tocca». Gasperini ha riacceso anche i riflettori su un tema spesso dibattuto, specie dopo episodi arbitrali controversi. Da tempo molti allenatori, in primis quello dell’Atalanta, chiedono che gli arbitri si presentino a fine partita davanti alle telecamere per spiegare le ragioni di alcune loro decisioni in campo. «Mi aspetto che venga gente qualificata a spiegare l’episodio, magari mi convincono. Non devono dare spiegazioni a me, ma a tutti. Le telecamere sono implacabili, non c’è possibilità di sbaglio». Rabbia che non si esaurisce al termine del match, ma che è continuata anche ai microfoni di Sky Calcio Club: «Le registrazioni dei dialoghi fra arbitro e sala Var sembra siano un segreto di stato e invece, potendole ascoltare, sarebbe tutto più chiaro. A volte ci può stare l’errore: il sentir dire “Abbiamo fatto un pasticcio” sarebbe più facile da accettare».