I 25° Giochi olimpici invernali del 2026 si terranno a Milano – Cortina d’Ampezzo. Gli 82 delegati del Comitato olimpico internazionale hanno scelto in maggioranza l’Italia, 47 voti contro 34 con un astenuto. Sarà la terza edizione ospitata dal Paese dopo Cortina 1956 e Torino 2006. L’Italia a Losanna ha schierato una delegazione di primo piano: dai governatori Zaia e Fontana, al sindaci di Milano e Cortina, il presidente del Coni Malagò, gli atleti azzurri medaglie d’oro, fino al video messaggio del presidente della Repubblica Mattarella.

Sala «Ora non perdere tempo» – Dopo essersi lasciato andare all’esultanza insieme al resto della rappresentativa italiana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala pensa già al futuro:«Bisogna fare le cose per bene subito. Non sta a me trovare soluzioni ma non bisogna buttare via tempo, perché altrimenti bisogna ricorrere a procedura di urgenza e ad altre cose che creano problemi, anche a chi li gestisce». Più celebrativo il presidente della Lombardia Attilio Fontana: «Sono emozionato e molto soddisfatto. Fin dall’inizio, tutti insieme, ci abbiamo creduto, e questo è il premio alla caparbietà e alla professionalità di una squadra forte, tenace e preparata. Guardando specificatamente alla Lombardia penso già ai grandi benefici che l’intera regione potrà avere da questo evento. Posti di lavoro, interventi infrastrutturali e sviluppo economico: tutti elementi che fanno parte del nostro dna».

Problemi logistici – Durante la mattina le due rappresentanze hanno avuto mezzora per spiegare in concreto i rispettivi progetti, che sono state poi questionate dal Comitato con fuoco di fila di 45 minuti di domande. Per entrambe la preoccupazione principale erano le domande sulla logistica. Da parte italiana il problema riguardava le città alpine: Cortina, Bormio, Anterselva, Tesero e Predazzo, sono raggiungibili solo con strade di montagna. I dubbi erano sulle capacità ricettive delle infrastrutture.
Anche la Svezia però aveva i suoi limiti, soprattutto per la decisione di coinvolgere la Lettonia per ospitare alcune discipline come bob, slittino e skeleton. Il paese baltico si sarebbe potuto raggiungere solo in aereo o in proibitive trasferte navali da 18 ore. Da parte italiana vigeva però un clima di fiducia: «Tutto quello che dovevamo fare abbiamo fatto. Il nostro dossier è talmente migliore che devono attaccare in punti dove non c’è nulla» aveva affermato Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Medagliate e principesse – Al pomeriggio i tecnici hanno lasciato spazio a personaggi ad alto impatto mediatico. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un videomessaggio in cui ribadisce il «pieno sostegno» di tutte le istituzioni e le forze politiche italiane alla candidatura. Un punto importante per cancellare dubbi di pericolosi cambi di programma all’ultimo momento, come fu per le due candidature di Roma alle olimpiadi estive del 2020 e del 2024. Confermava l’unità del Paese anche Attilio Fontana, presidente della Lombardia: «Il grande consenso che ha trovato la candidatura di Milano-Cortina nel nostro Paese toglie il dubbio che qualunque sia il governo in carica possa togliere il supporto a questa iniziativa. Se più dell’80 per cento degli italiani vuole le Olimpiadi non credo che ci sia un governo, ammesso che questo cambiasse, che possa revocare le garanzie».
Per l’Italia hanno parlato anche il capo del governo Giuseppe Conte e soprattutto le tre medaglie d’oro di Pyeongchang 2018 Arianna Fontana (short track), Michela Moioli (snowboard) e Sofia Goggia (sci alpino), oltre alla giovanissima Elisa Confortola, diciassettenne promessa nello short track. Un quartetto di regine dello sport azzurro in risposta all’impegno diretto nel campo avverso della principessa Vittoria, erede al trono svedese che si temeva poteva essere decisiva nell’attrarre i voti delle monarchie europee.

Ricadute per 3 miliardi di euro – Secondo studi presentati dalla Bocconi e dalla Sapienza, ospitare le Olimpiadi invernali si tradurrebbe anche in un vantaggio economico. Per l’università milanese soltanto in Lombardia le ricadute sarebbero pari a 3 miliardi di euro, di fatto moltiplicando per tre il ritorno degli investimenti pubblici, con oltre 20mila lavoratori assunti all’indomani di una eventuale vittoria. Per il Fisco invece il guadagno sarebbe di 200 milioni grazie alla maggiori entrate, una volta tolte le spese per la sicurezza. Il costo totale stimato è di 1,3 miliardi, di cui una parte pagata direttamente dal Cio. Una cifra molto inferiore ai faraonici Giochi di Sochi 2014, i più cari della storia con ben 50 miliardi spesi, e anche al precedente italiano di Torino 2006, costati 4 miliardi.