I mondiali di calcio da record con 48 squadre (mai così tante) saranno ospitati nel 2034 dall’Arabia Saudita. La Fifa ha annunciato la scelta della sede l’11 dicembre. L’Arabia Saudita era rimasta l’unica candidata tra i Paesi asiatici e dell’Oceania, dopo che Australia e Indonesia avevano ritirato la candidatura. Sotto il regno di re Salman si teme di rivedere quello che è successo in Qatar durante i mondiali del 2022, quando sarebbero morti migliaia di lavoratori sfruttati per costruire gli stadi.

Cos’è successo in Qatar – I morti sul lavoro dal 2010 al 2020 in Qatar sono stati 6.500 secondo il Guardian. Per costruire gli stadi il governo qatariota aveva preso immigrati dal Bangladesh, manodopera a bassissimo prezzo e che non chiedeva garanzie per la sicurezza. Una delle preoccupazioni per i mondiali sauditi è proprio che possano verificarsi le stesse circostanze. Poi c’è la Sharia. Durante i mondiali, erano stati arrestati omosessuali e transessuali, in applicazione delle regole morali musulmane. Khalid Salman, l’ambasciatore dei mondiali in Qatar aveva commentato: «L’omosessualità è un danno psichico» e, riguardo agli spettatori, «dovranno stare alle nostre regole».

Modernizzazione – Come era già successo in Qatar, anche l’Arabia Saudita sta correndo per avere tutti gli stadi in tempo. La proposta prevede 15 edifici sparsi in cinque città: Abha, Gedda, Khobar, Neom e Riad. Ma ora ne esistono solo quattro. 11 stadi saranno costruiti da zero in dieci anni. In Qatar nello stesso tempo ne erano stati costruiti sette. La corsa alle costruzioni aveva già causato problemi per la sicurezza e per i diritti dei lavoratori e si teme ora lo stesso.

Fifa si può permettere altri boicottaggi? – I mondiali in Qatar sono stati i più boicottati di sempre. Se in Arabia Saudita si verificassero sfruttamenti e discriminazioni come nel 2022 non sarebbe un problema finanziario per la Fifa, ma di credibilità. Per essere inclusiva, la federazione fa giocare l’Arabia Saudita applicando la rotazione continentale, altrimenti si giocherebbe solo in Europa e America. Ma proprio in questo modo si rischia di rivedere un mondiale come quello in Qatar, che lo stesso presidente della federazione era stesso costretto a definire «un errore».