ANSA – EPA/CHRISTIAN BRUNA

Il re incorona il suo successore: “Congratulazioni Joan”. Marc Marquez rende onore al nuovo padrone della MotoGp, lo spagnolo Mir,  23 anni e non sentirli. Il giovane pilota della Suzuki, alla sua seconda stagione tra i grandi delle due ruote, è il nuovo campione del mondo grazie al settimo posto conquistato nella gara di Valencia, la penultima della stagione. A vincere è stato Franco Morbidelli, arrivato davanti a Jack Miller e Pol Espargaro. Ma la distanza in classifica tra l’italiano e il nuovo iridato era già troppo grande.

Rimonte e costanza, l’anno della maturità. «Non ci credo ancora, sono sotto shock» le parole del nuovo campione a caldo. Eppure il sogno del ragazzo di Maiorca è realtà. Due gare a vuoto a inizio campionato, poi la svolta in Austria, con un secondo posto preludio a una stagione di vittorie: «Quello è stato il punto chiave – confessa il pilota – soprattutto per le difficoltà che ci sono state». Rimonte e costanza, si può dire che questo per Mir sia stato l’anno della maturità.  Già campione in Moto3 nel 2017, lo spagnolo ha conquistato il titolo forse anche grazie all’assenza dell’asso pigliatutto Marc Marquez, infortunatosi a inizio stagione. Sarà sicuramente più difficile confermarsi il prossimo anno con il connazionale di nuovo in pista, ma intanto Joan si gode la meritata vittoria insieme alla sua scuderia. Il trionfo di Mir è infatti anche quella della Suzuki. Nella stagione dei 60 anni dall’ingresso della casa giapponese nel mondo delle corse, il Team è riuscito a riconquistare il titolo vent’anni dopo l’ultima volta, rompendo così il duopolio Yamaha-Honda. Unico desiderio richiesto da Joan alla sua scuderia: una cena con Kevin Schwantz, ex pilota e bandiera della casa giapponese. In un anno difficile segnato dalla pandemia di Coronavirus, c’è comunque una sola dedica possibile per il neocampione: «A tutte le persone che hanno sofferto».

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da MIR36 (@joanmir36official)

Golden Boy – «Il momento che stavo sognando», ha raccontato tramite il suo profilo Instagram il pilota. Una stagione passata a collezionare podi, dopo una vita in sella. Sì, perché l’ingresso di Joan nel mondo delle moto avviene a soli 9 anni, quando Chicho Lorenzo, padre del pilota Jorge, lo scova su un circuito per minimoto, rimanendone sbalordito. Decide quindi di prenderlo nella sua scuola, ma ben presto i rapporti tra i due si incrinano e Mir decide di affidarsi a Dani Vadillo. Sotto la sua guida Joan abbandona quello spirito giocoso e immaturo che era stato alla base dei problemi con Lorenzo, trasformandosi così in una promessa.

Appassionato di skateboard e surf, Il ragazzo comincia a mettersi in mostra prima nella Rookies Cup, poi nel campionato spagnolo fino ad arrivare al Mondiale. Tra i suoi compagni del Team Leopard del 2016 c’era anche Fabio Quartararo, ora distante ben quattro posizioni in classifica e che già in Moto3 arrivava spesso e volentieri dietro il talento spagnolo. Dopo aver dominato il campionato e aver fatto esperienza in Moto2, per Mir arriva il momento del grande salto in MotoGp con la Suzuki. Al suo secondo anno riesce finalmente a conquistare quel titolo sognato fin da bambino, e che ora è diventato realtà.