Allegri e Spalletti, amici avversari (Ansa/Roberto Bregani)

Passeggiata Champions. L’Inter sogna per 45 minuti di mettere la parola fine sulla corsa al terzo posto, trascinata da un Nainggolan in versione marcatore e leader. I nerazzurri, però, si devono arrendere al ritorno della Juventus e di Cristiano Ronaldo nella ripresa, dopo un primo tempo giocato con la guardia abbassata. A San Siro finisce 1-1. L’Inter, che nel finale rischia di cadere, continua ad avvicinarsi, un punto alla volta, all’obiettivo stagionale.

Icardi dal 1′ – La novità è il ritorno dell’ex capitano al centro dell’attacco e preferito a Lautaro Martinez. Per il resto tutto confermato tra i padroni di casa. Davanti ad Handanovic il reparto difensivo titolare: D’Ambrosio, Skriniar, De Vrij e Asamoah. I nerazzurri ritrovano Brozovic in cabina di regia, affiancato da Vecino dietro ai trequartisti Politano, Nainggolan e Perisic. Allegri punta tutto sulla qualità. Szczesny tra i pali. Davanti a lui Cancelo e Alex Sandro sono ai lati di Bonucci e Chiellini. Emre Can, Pjanic e Matuidi formano la mediana mentre a, supporto di Ronaldo, complici le assenze di Mandzukic e Dybala, ci sono Bernardeschi (in un inedito ruolo di falso 9 all’inizio) e Cuadrado.

Scossa Nainggolan – In un San Siro elettrico e caricato a molla dalla coreografia della Curva Nord per ricordare ai bianconeri il game over in Champions League, l’Inter parte forte. I nerazzurri aggrediscono e sono i più veloci sulle seconde palle. Dopo 7′ arriva il vantaggio. Un angolo viene ribattuto dalla difesa. Politano riesce ad allargare per Nainggolan che spara una sassata al volo. Szczesny riesce solo a sfiorare e il Ninja regala l’1-0 all’Inter. I tifosi interisti spingono e gli uomini di Spalletti non si fanno pregare nel cercare il raddoppio. Icardi ci prova due volte ma non riesce a ritrovare il gol. Prima è bravo Szczesny a non farsi spiazzare dal mancino di Icardi, su un contropiede guidato da Brozovic e Vecino. Poi è sfortunato Icardi nel non trovare il pertugio tra i corpi bianconeri, sdraiati a difesa della porta dopo un calcio d’angolo rimasto a ballare nell’area piccola. Nel frattempo la pressione alta interista scema, complici gli aggiustamenti tattici di Allegri che ridisegna la Juve in un 4-4-2 più adatto ad impedire l’uscita dal basso nerazzurra. Dall’altra parte la Juventus non si vede mai e la porta di Handanovic viene attentata solo da due conclusioni dalla distanza di Bernardeschi e Ronaldo.

Ronaldo fa 600 – La Juventus rientra dagli spogliatoi più determinata e inizia a rendersi più minacciosa. Allegri inaugura la girandola di cambi, inserendo Spinazzola e Kean al posto di Alex Sandro e Matuidi e la partita cambia. La presenza del classe 2000 al centro dell’area di rigore toglie attenzioni da Ronaldo che al 61′ calcia a botta sicura su cross basso di Cancelo, murato. Il pareggio è rimandato di un solo minuto: il portoghese scambia al limite dell’area e fredda con il sinistro Handanovic. È il 600esimo gol con una maglia di club per CR7. L’Inter reagisce, Icardi fa da sponda per Perisic il cui destro viene sporcato in calcio d’angolo. I bianconeri sono più brillanti fisicamente e nel morale e premono l’Inter che fatica a risalire il campo. La partita si trascina fino al 90′, quando la Juve rischia di vincere con Pereira. Il prodotto della Primavera bianconera sfiora il primo gol da professionista su un rimpallo, perché D’Ambrosio allontana il cross basso di Ronaldo e lo colpisce in faccia. È l’ultimo brivido. Per una notte l’Inter rimane a +6 dal quinto posto.

 «Pareggio giusto» – Massimiliano Allegri è il primo a presentarsi in conferenza stampa, ancora agitato per il diverbio avuto con i commentatori di Sky Sport: «La differenza tra il primo e il secondo tempo è che nella ripresa abbiamo sbagliato meno tecnicamente. Il pareggio è un risultato giusto». Interrogato sul futuro, Allegri ribadisce che sarà ancora a tinte bianconere: «Ho un altro anno di contratto. Con la società ci incontreremo per programmare il futuro. Proveremo a vincere la Champions». Per Luciano Spalletti la prestazione dei suoi ragazzi è stata «buona, in linea con quelle dell’ultimo periodo. Anche la mentalità è stata corretta, giochiamo per offendere. Per quello che abbiamo creato durante l’anno, però, ci manca qualche goal». Il tecnico interista ammette anche un errore di valutazione: «Nainggolan è stato uno dei migliori e ho sbagliato a sostituirlo. Volevo controllare di più i ritmi con Borja Valero ma forse avrei potuto lasciare Radja in campo».