Doveva essere una gara dal risultato già deciso. Da un lato i campioni in carica di Miami, dall’altro i Chicago Bulls decimati dagli infortuni. Invece è finita con la vittoria dell’ex squadra di Michael Jordan, in casa degli Heat, per 93-86. Il match era valido per gara-1 della semifinale della Eastern Conference di Nba.
Gli Heat restano i superfavoriti per la conquista dell’anello. I Bulls arrivavano con mezza squadra fuori (senza Heinrich, Deng e Rose) e stanchissimi, 48 ore dopo aver spedito Brooklin fuori dai playoff. Insomma, parevano destinati a perdere. E invece no: tirano fuori un gran cuore, soprattutto in difesa. E soprattutto con l’azzurro Marco Belinelli, che rimane sul parquet quasi per l’intero incontro, 46 minuti consecutivi, e nel finale nel finale mette dentro due triple decisive per garantire il successo dei Bulls.
Il punteggio vola soprattutto grazie a Nate Robinson (27) e Jimmy Butler (21). Molto meno precisa al tiro Miami. LeBron James, appena premiato per la quarta volta come miglior giocatore (mvp) della stagione regolare, ha chiuso con 24 punti, 8 rimbalzi e 6 assist: niente di speciale. I Bulls, che li avevano battuti anche a marzo, si confermano così la bestia nera degli Heat. La serie si gioca però al meglio delle 7 gare (passa chi ne vince 4): per i campioni in carica c’è tutto il tempo di rimediare.
Nella costa ovest, intanto, si è disputata la semifinale tra San Antonio e Golden State, con la vittoria sofferta degli Spurs, che hanno avuto bisogno di due supplementari e di una tripla a fil di sirena di Ginobili per domare gli ospiti: 129-127 il punteggio finale.
Eva Alberti