Olimpiadi 2024. “Roma si candida per vincere, non per partecipare”. Più che un annuncio ufficiale, il discorso pronunciato il 15 dicembre al Foro Italico dal premier Matteo Renzi in occasione della consegna dei collari d’oro al merito sportivo suona come una sfida. Una sfida contro la corruzione e contro la sfiducia dilagante dopo gli scandali che hanno coinvolto la capitale. Ma Roma non sarà la sola protagonista dell’evento. Firenze, Napoli, Venezia, Torino, Milano e molte altre città italiane si candidano per ospitare alcune delle gare.

Benché non si tratti ancora di un impegno formale, la candidatura di Roma ha già ricevuto l’apprezzamento del presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach. La città non ospita i Giochi dal 1960. Si era già candidata per le Olimpiadi del 2004, arrivando al secondo posto, mentre la candidatura per le Olimpiadi del 2020 era stata ritirata dal governo Monti a causa della crisi economica. Il prossimo 15 settembre è il termine ultimo per presentare le candidature che saranno discusse a Lima, in Perù, nel settembre del 2017.

I cerchi olimpici. Credit: Ansa

I cerchi olimpici. Credit: Ansa

La vera novità, tuttavia, arriva dal Comitato Olimpico, che ha approvato delle nuove regole che permettono una delocalizzazione delle varie gare sul territorio, riduzione dei costi e possibilità di utilizzare impianti già esistenti o temporanei. Nella città designata per ospitare i Giochi si devono comunque disputare le finali e assegnare le medaglie olimpiche, ma le fasi eliminatorie degli sport di squadra fino ai quarti di finale si potranno tenere in altre città vicine. Si prospetta dunque un Giro d’Italia Olimpico, ma senza esagerare. L’Olimpiade itinerante potrebbe seguire lo schema già previsto per l’Europeo del calcio del 2020, che permetterà di “alleggerire” Roma da diverse competizioni e ridurre i costi.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dice sì alla delocalizzazione di alcune discipline olimpiche in città diverse da Roma, “ma con buon senso e senza eccessi perché più metti le cose fuori dal villaggio olimpico, più il dossier perde forza e credibilità”. Ecco allora che fioccano le candidature di diverse città italiane disposte ad “aiutare” la capitale a ospitare i giochi. Firenze e Napoli sono le favorite data la vicinanza geografica, ma anche le “grandi regioni del nord” (Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna) si fanno avanti insieme alla Sardegna.

Le gare di vela sono già contese da Firenze, Napoli, Venezia e la Sardegna. Per i tornei di basket e di volley si candidano Napoli, Milano, Bologna e Torino. Il calcio potrebbe disputarsi in Sicilia, in Puglia, in Veneto, in Toscana a Milano, a Torino, a Bologna e a Napoli. Quest’ultima vorrebbe ospitare anche le gare di pallanuoto. Milano mette a disposizione le strutture realizzate per l’Expo e si propone per canoa e canottaggio. In Toscana potrebbero essere ospitate la pallavolo e il pugilato. Il rugby a 7, invece, potrebbe essere disputato inizialmente a Treviso e a L’Aquila.

Alessia Albertin