Meno di dieci giorni fa, in Messico, festeggiava il suo quarto titolo mondiale.  Ora il campione della Mercedes Lewis Hamilton deve difendersi da un’ipotesi di evasione fiscale. C’è anche il suo nome tra le righe degli oltre 13 milioni di file che il Consorzio internazionale di giornalismo investigativo ha battezzato Paradise Papers.

Leasing fantasma – La notizia arriva dal quotidiano britannico The Guardian, per il quale il  campione del mondo di Formula 1 avrebbe sottratto al fisco oltre 3 milioni di sterline. Anche lui si sarebbe rivolto allo studio di consulenza Appleby delle Isole Vergini, protagonista dei Paradise Papers, in particolare per non pagare l’Iva sull’acquisto di un jet privato costato 16 milioni e mezzo di sterline. Il velivolo, nel 2013, sarebbe stato trasferito dal Canada all’isola di Man per usufruire di un’operazione di leasing consentita nel Regno Unito e nell’Ue su aeroplani destinati ad uso commerciale. In pratica, il campione avrebbe affittato a se stesso il proprio aereo, operazione che gli avrebbe permesso di farsi rimborsare la Vat, l’Iva inglese, per circa 3 milioni e 300 mila sterline. «Essendo uno sportivo globale che paga tasse in un vasto numero di Paesi, Lewis si affida a un team di consulenti professionisti nella gestione dei suoi affari. Questi consulenti hanno rassicurato Lewis che ogni cosa è stata fatta alla luce del sole e la questione è ora nelle mani dei suoi avvocati», ha dichiarato un portavoce del campione.

Il viaggio inaugurale – «Non ci sono prove che Hamilton fosse direttamente coinvolto nel meccanismo che gli ha permesso di evadere le tasse. Ha chiesto una consulenza professionale e l’ha seguita», precisa intanto il Guardian. Che ricorda però anche come Hamilton abbia partecipato insieme alla fidanzata di allora – la pop star delle Pussicat Dolls Nicole Scherzinger, poi giudice a X-Factor – al viaggio trionfale che ha visto atterrare il Challenger 605 rosso fuoco all’aeroporto di Ronaldsway, poco dopo le 6 del 21 gennaio 2013, un piovoso lunedì mattina. Tutto mentre a un funzionario venivano pagate 60 sterline di straordinari per compilare e consegnare il prima possibile la modulistica che attestasse l’avvenuta importazione su suolo mannese. Dal 2007 il pilota ha la residenza in Paesi con tassazioni particolarmente favorevoli, prima in Svizzera e ora a Monaco. In ogni caso il suo patrimonio, un tesoretto di 130 milioni di sterline, sembra al sicuro: il contratto con la Mercedes prevede un’assicurazione firmata con una società dell’isola di Guernsey, mentre i suoi diritti d’immagine sono nelle mani di una società maltese.

L’inchiesta giornalistica – Sono tanti i nomi illustri già coinvolti nel dossier Paradise Papers, un’inchiesta giornalistica basata su documenti sottratti a due società che forniscono servizi finanziari off shore e poi inviati al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung. Non in tutti i casi si tratta di operazioni illecite, a volte solo scomode per la reputazione di chi le ha commissionate. Per ora l’inchiesta è solo giornalistica, la magistratura non ha ancora mosso accuse di alcun genere. Tra i volti noti, prima di Hamilton, ci sono regine come Elisabetta II – che avrebbe investito 10 milioni di sterline in un fondo legale alle Isole Cayman – e Noor di Giordania, indicata come beneficiaria di due trust nell’isola di Jersey. Ci sono cantanti: Madonna possederebbe indirettamente azioni di una società di forniture mediche, mentre il frontman degli U2 Bono Vox deterrebbe quote di minoranza di una società maltese che avrebbe investito a prezzi vantaggiosi in un Centro commerciale lituano. Non mancano, tra le pagine, i politici: da Wilbur Ross – segretario al Commercio per Donald Trump – a Stephen Bronfman, amico e consigliere del Primo ministro canadese Justin Trudeau.