Il nuovo patron del Parma Giampietro Manenti. Foto ANSA/ELISABETTA BARACCHI

Il nuovo patron del Parma Giampietro Manenti. Foto ANSA/ELISABETTA BARACCHI

Ultimo posto in classifica con 42 punti dalla capolista e 12 dalla zona salvezza, debiti con banche, fornitori ed Erario. La sconfitta per 1-0 col Chievo – recupero della 22esima giornata – aggrava la crisi del Parma Calcio. Si è giocato l’11 febbraio, quattro giorni dopo il rinvio per neve, in uno stadio semideserto. Risultato finale 1-0 per i veneti. E nona sconfitta nelle ultime undici partite per il Parma.

Ma la crisi di risultati in campo e il rischio di scivolare in Serie B non sono le uniche preoccupazioni per la società. Il bilancio della stagione 2013-2014 è stato depositato alla Camera di commercio e i dati sono chiari: l’indebitamento lordo sfiora i 200 milioni di euro in continuazione con un incremento costante negli ultimi otto anni. Si è partiti dai 16 milioni del 2006-07 ai 197,4 di oggi.

Fino a 48,3 milioni l’esposizione nei confronti delle banche e fino a 16,7 con lo Stato. In totale 86 milioni. Ci sono poi anche i contenziosi con altre società, quali il Lione e il Panathinaikos, per gli acquisti di Belfodil e Ninis. Le uscite sono il doppio delle entrate.

A provare ad evitare la bancarotta è la nuova dirigenza societaria. Giampietro Manenti, 45 anni, di Bollate, ha dichiarato di aver deciso di acquistare il Parma guardando il televideo. Ha rassicurato i tifosi – «Fidatevi di me» – e soprattutto i dipendenti: «Entro lunedì 16 pagherò gli stipendi». Il presidente è animato da buone intenzioni, ma le casse sono vuote. I giocatori non percepiscono lo stipendio da luglio, ma Manenti tiene a precisare che il suo intervento sarà a lungo termine: «Sono qui per un piano quinquennale. Ci saranno investimenti stranieri da Polonia, Bulgaria e Slovenia».

Alessio Chiodi