
Kamila Valieva durante la sua esibizione ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022 of Russia. EPA/HOW HWEE YOUNG
La Russia potrebbe esserci ricascata. A otto anni dallo scandalo di Sochi 2014, costato la squalifica, lo spettro del doping torna ad aleggiare anche sui Giochi invernali di Pechino 2022. Protagonista del caso la stellina del pattinaggio artistico Kamila Valieva, che sarebbe risultata positiva a un farmaco per il cuore vietato perché aumenterebbe l’efficienza del flusso sanguigno e la resistenza agli sforzi. Non è ancora arrivata una posizione ufficiale del Comitato olimpico e della Federazione internazionale, così come ancora non si sa se Valieva parteciperà alla gara individuale di martedì 15 febbraio. Se i sospetti dovessero essere confermati, si tratterebbe di un caso molto complesso visto che, secondo il Codice Mondiale Antidoping, la pattinatrice quindicenne è considerata “persona protetta”. Infatti, non avendo ancora compiuto i sedici anni, non può essere ritenuta ufficialmente responsabile della violazione del regolamento.
La premiazione “congelata” – Il caso si è aperto martedì 8 febbraio, quando era prevista per le 21 (ora cinese, in Italia le due del pomeriggio) la consegna delle medaglie del pattinaggio artistico per la gara a squadre. Sul gradino più alto del podio, proprio grazie alla straordinaria performance di Valieva, prima donna ad aver effettuato un salto quadruplo, sarebbero dovute salire le ragazze del ROC, il Comitato Olimpico Russo, seguite da Stati Uniti e Giappone. Ma sul palco quel gradino rimane vuoto e, all’ora di pranzo del giorno successivo viene fatto sapere che quattro pattinatori russi non si sono presentati alla training session. Le voci su un nuovo caso di doping di Stato iniziano a circolare e la notizia del test positivo di Valieva arriva dal sito Insidethegames. Mentre l’International Testing Agency non ha ancora confermato o smentito ufficialmente la notizia.
Il campione positivo – Il farmaco rilevato dagli esami antidoping, secondo il quotidiano russo Kommersant. sarebbe la trimetazidina, un agente metabolico prescritto per il trattamento delle vertigini e dell’ angina pectoris, temporaneo scarso afflusso di sangue al cuore chew determina una mancanza di ossigeno al muscolo cardiaco, Tra gli effetti del farmaco però ci sarebbe anche l’aumento dell’efficienza del flusso sanguigno e della resistenza agli sforzi, e per questo è vietato dall’Agenzia mondiale antidoping. Il campione positivo sarebbe stato ottenuto fuori concorso, prima che Valieva vincesse il campionato europeo di pattinaggio di gennaio 2022, ha riferito RBC.un altro quotidiano russo Questo elemento potrebbe essere un’attenuante rispetto alle sanzioni che interesserebbero la pattinatrice, che sarebbero comunque lievi vista l’età della campionessa.
Il primo caso ufficiale – L’Agenzia internazionale dei test ha invece confermato la positività all’antidoping dello sciatore Hossein Saveh Shemshaki, 36 anni, primo caso di Pechino 2022. L’iraniano avrebbe assunto uno steroide anabolizzante rilevato dall’esame effettuato fuori competizione il 7 febbraio. L’Agenzia ha riferito in una nota: «L’atleta è stato informato del caso ed è stato provvisoriamente sospeso fino alla risoluzione della questione in linea con il Codice mondiale e le regole antidoping del Cio applicabili ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022».