Sassari non muore mai. Con un parziale di 20 a 0 a cavallo tra il quarto periodo e l’inizio del supplementare giocato, i sardi colgono la ventunesima vittoria di fila, la seconda consecutiva al Forum di Assago contro Milano, avvicinandosi così alla finale scudetto. Dopo la sconfitta di due giorni fa, 29 maggio, Milano sembrava poter riportare la serie di semifinale in parità, ma le ansie e le paure sono state più forti del vantaggio che gli uomini in rosso si erano costruiti nell’arco di una partita ben giocata.

Primo tempo – Chi si augurava da subito una partita entusiasmante non resta affatto deluso: grande equilibrio e molta tensione, in campo e sugli spalti. Le due squadre si combattono colpo su colpo, con Milano che fa quasi esclusivo affidamento su un superlativo Vlado Micov (già 11 punti nei primi 10 minuti), mentre Sassari prova a imporsi soprattutto nel gioco all’interno dell’area, sfruttando i muscoli e i centimetri del centro Jack Cooley. Ed è proprio quest’ultimo a causare al suo diretto marcatore, Kaleb Tarczewski, immediati problemi di falli. I fischi dei tre arbitri, ritenuti dubbi, spazientiscono il pubblico e anche il coach meneghino, Simone Pianigiani, già molto critico in gara 1 con il metro arbitrale. Il nervosismo non si impossessa però dei giocatori, che danno vita a uno spettacolo gradevole dal punto di vista tecnico e agonistico. Il primo quarto si conclude così 21 a 20 per i padroni di casa, anche grazie a un fallo tecnico fischiato per proteste all’allenatore di Sassari, Gianmarco Pozzecco. Gli arbitri, come spesso accade, sembrano non soddisfare nessuno.

Uno dei tanti momenti di furore agonistico durante questa gara 2 tra Milano e Sassari

Il secondo periodo si apre nel segno del protagonista più atteso, Mike James, che segna 9 punti in un battito di ciglia: un facile contropiede dopo una palla rubata e due triple magnifiche, di cui una condita da un fallo subito e dal conseguente tiro libero aggiuntivo. L’Olimpia vola così sul 33 a 25, smaltendo subito la rabbia per i tre falli raggiunti anche dal centro di riserva, Christian Burns. Per i sardi infatti, arginare il playmaker americano risulta un’impresa quasi impossibile. Con altre due triple l’ex giocatore del Panathinaikos dà a i suoi il vantaggio in doppia cifra sul 45 a 35. La Dinamo vive però un periodo di forma così positivo che non c’è nulla che possa scalfirne la consapevolezza. Come nella sfida di due sere fa, è ancora il duo italiano formato da Achille Polonara e Stefano Gentile a caricarsi la squadra sulle spalle fino alla rimonta per il 50 a 49 in loro favore. Milano però ha ancora cartucce da sparare prima del rientro negli spogliatoi: sono le triple di Nemanja Nedovic e del solito Mike James. Due perle che chiudono in maniera degna un primo tempo di abbondante qualità e con le squadre in grado già di sfondare quota 100 a metà gara (53 a 52). 

Secondo tempo – Le due compagini, tornate sul parquet, continuano a sfidarsi con le stesse armi dei primi minuti. L’Olimpia vola sulle ali del tiro da fuori, soprattutto con un ispirato Micov, mentre la Dinamo si aggrappa alla prestanza dei suoi lunghi, trovando molti rimbalzi in attacco e mettendo ancora in difficolta Tarczewski con Cooley. Quest’ultimo si innervosisce però per qualche fischio subito ed esce gradualmente dalla partita, fino ad accomodarsi in panchina per il resto del match. Milano ne approfitta e tenta la fuga, costringendo Pozzecco al timeout sul 72 a 63 dopo una tripla di James Nunnally. Serve a poco, perché nella sua lussuosa panchina Pianigiani può permettersi di pescare giocatori del calibro di Nedovic: due triple del talento serbo lanciano Milano verso il massimo vantaggio di 14 punti. Per i meneghini l’unico neo di serata è rappresentato dai persistenti problemi di falli dei suoi centri. Sia Burns che Tarczewski, infatti, commettono la quarta infrazione con largo anticipo e costringono il loro coach a ricorrere a un quintetto piccolo con Jeff Brooks da 5. Un problema che non pregiudica il vantaggio per 81 a 71 a 10 minuti dal termine.

Una fase di gioco con Milano in attacco

Sassari non ha minimamente intenzione di arrendersi e, ancora una volta, si fa trascinare da un infallibile Polonara, primo giocatore dei suoi ad arrivare a quota 20 punti. La partita viaggia su ritmi altissimi, con entrambe le squadre in grado di arrivare velocemente a canestro con più soluzioni. Sassari riesce a rosicchiare pian piano il divario creatosi fino al 92 a 89, fin quando James segna l’ottava tripla della sua serata, un dato irreale. I ritmi veloci aumentano però anche il numero delle giocate sbagliate e poco lucide. Burns e Tarczewski escono definitivamente dai giochi col loro quinto fallo, ma la Dinamo sembra sprecare i momenti decisivi per agguantare il pareggio. Milano è però totalmente incapace di gestire il vantaggio accumulato, schiacciata dalla tensione. A 15 secondi dalla fine Sassari è sotto 95 a 92, con James che sbaglia malamente due tiri dopo una serata da trascinatore. L’inerzia della gara è tutta dalla parte degli isolani che, con Dyshawn Pierre dall’angolo, non falliscono la chance della vita e raggiungono un pareggio quasi insperato. Nei restanti 9 secondi Milano non riesce a costruire un tiro decente. Si va al supplementare.

Overtime – Sulle ali dell’entusiasmo per la rimonta, Sassari vola subito sul 102 a 95, un parziale di 7 a 0 che spezza definitivamente le gambe a Milano. I campioni d’Italia non vedono più il canestro, atleticamente e mentalmente sopraffatti dalla foga avversaria. La squadra di Pozzecco è invece uno spettacolo di energia e sincronismi. L’immagine più eloquente è il pubblico milanese che abbandona le tribune già a due minuti dalla sirena finale. Quello che resta fino alla fine inonda di fischi i giocatori e, soprattutto, Simone Pianigiani, considerato l’artefice di quello che si sta materializzando: il terzo fallimento stagionale dopo l’eliminazione prematura in Coppa Italia e la non qualificazione ai playoff di Eurolega. Non quello che prevedevano le aspettative di inizio stagione. Domenica la serie si sposterà in Sardegna per gara 3, già un’ultima spiaggia. Per la Dinamo, invece, l’occasione di coronare una seconda metà di stagione finora perfetta.