Una serata per ricordare la voglia di vivere di Alessandro Meszely. Tutte le attività dell’associazione “The Dab Game – Ale’s friends” hanno trovato uno sbocco scintillante nella cena di gala del 5 giugno al M.A.C. di Milano, presentata da Alessia Ventura. Proprio ad Alessandro Meszely, scomparso prematuramente nel 2017 all’età di 15 anni, è dedicato il premio giornalistico su una narrazione sportiva, a cui hanno partecipato i 30 studenti della scuola di giornalismo Walter Tobagi. Si aggiudicano i due premi a disposizione i giovani praticanti Marialaura Iazzetti e Marco Capponi. Otto le tracce a disposizione per un longform in 9 mila battute, e una giuria di 10 esperti tra giornalisti e personaggi del mondo dello sport.

Menzione speciale – C’è appena il tempo per finire gli antipasti, nella sala si spengono le luci e viene chiamato sul palco il vicedirettore del Corriere della Sera, Venanzio Postiglione. Nell’occasione è in veste di giurato e di direttore della Scuola Tobagi, perciò racconta qualche aneddoto sugli studenti prima di passare all’assegnazione dei premi. Il primo in questione è il “Premio speciale Dab award”, un riconoscimento, oltre che della giuria, da parte dei ragazzi del “Dab – Ale’s friends”, gli amici di Alessandro Meszely che hanno girato per tutta la serata dando una mano a servire ai tavoli. È il giovane Luca Tobagi (nipote del giornalista del Corriere della Sera assassinato dai terroristi nel 1980) ad annunciare il vincitore Marco Capponi, studente della Tobagi classe ’94, nato a Macerata e laureato in Relazioni internazionali a Forlì dopo un periodo erasmus a Santiago del Cile.

Il portiere sfortunato – Capponi ha un passato dilettantistico da portiere di calcio, e proprio di questo parla il suo pezzo: è la storia di Simone Davidenfant prodige classe ’93, che nel ruolo di estremo difensore arrivò prestissimo alla Fiorentina, potendo vantare persino una convocazione in Champions League a soli 15 anni. La traccia da seguire che ha scelto Capponi recitava «storie di chi non ce l’ha fatta, a un passo dal professionismo», ed è quello che è capitato a Simone David. Nonostante l’interessamento di club dal blasone internazionale come il Chelsea, il Real Madrid e il Bayern Monaco, la Fiorentina lo mette da parte e lui, pur di giocare, ricomincia una carriera dal basso che non decollerà più. La storia di un ragazzo, ma anche del ruolo del portiere, fatto soprattutto di solitudine. Ora David gioca in Eccellenza, avrebbe ancora l’età per provare almeno una parziale risalita e chissà. Intanto la sua storia, raccontata da Marco Capponi, ha convinto la giuria: al giovane giornalista una borsa di studio da mille euro. Sciolti gli imbarazzi, Capponi dal palco ringrazia i genitori e i compagni della Scuola di Giornalismo: «in un ambiente stimolante, è più facile dare sempre il meglio».

Primo premio – A questo punto è già il momento di annunciare il primo premio, il premio giornalistico Alessandro Meszely. In un momento di grande pathos, la giornalista del Sole 24 Ore Paola Bottelli chiede ai candidati di alzarsi in piedi per ascoltare la descrizione dell’articolo vincitore, e di sedersi uno per uno quando capiscano che il loro pezzo non corrisponde alle parole che arrivano dal palco. Così pian piano si scopre che si tratta di una storia che riguarda il pugilato, e non un pugilato qualunque: un racconto legato alla palestra “Boxe vesuviana” di Torre Annunziata a Napoli. Vince Marialaura Iazzetti, napoletana del ’94, laureata in Filosofia a Bologna, città in cui ha fatto gavetta tra la redazione locale de La Repubblica e de Il resto del Carlino, prima di trasferirsi a Milano per frequentare la Walter Tobagi. Filtrata dagli occhi e dalla penna di Marialaura, la “Boxe Vesuviana” diventa l’occasione per raccontare lo spaccato sociale di un paese in cui è difficile imparare a «campare», cioè a vivere senza cadere nell’imbuto della malavita legato alla camorra. Qui Lucio Zurlo, proprietario della palestra, tira su letteralmente i ragazzi dalla strada e li porta ad allenarsi a uno sport che solo a occhi molto superfciali può apparire come una questione di «tirare pugni», contro un sacco o un avversario. Il pugilato è rispetto e disciplina, sul ring i ragazzi di Lucio Zurlo imparano anche come comportarsi fuori dal quadrilatero.

 ‘na vita normàlMa il racconto di Iazzetti non si concentra sui grandi successi della palestra “Boxe vesuviana”, su chi ha costruito una carriera e successi internazionali a partire da quella esperienza, come forse verrebbe più facile e spontaneo fare a un primo approccio. Il suo sguardo si posa sulle storie di chi si è rimesso in carreggiata per aprire una scuola elementare o uno studio di fotografia. Insomma, come dice Lucio Zurlo, di chi si è costruito «‘na vita normàl». Il napoletano è usato nelle parole del maestro di boxe per rendere più vivida la narrazione, un elemento molto apprezzato dalla giuria, che ha contribuito all’unicità di un articolo su un tema che avevano trattato anche altri candidati.
La sala intera piomba nel silenzio quando l’attrice Erika Urban interpreta con sapienza e pathos, ad alta voce, il racconto, dal titolo «Lottare pe ‘na vita normàl». Sul palco sale anche Biagio Zurlo, figlio di Lucio, venuto da Torre Annunziata per ringraziare e fare i complimenti alla vincitrice. Visibilmente commosso, l’erede di “Boxe vesuviana” ribadisce come sia stato colto il senso del lavoro di una vita, portando i saluti del padre. La borsa di studio per il primo premio è del valore di 5 mila euro.

Calcetto a San Vittore – La serata non è finita, tra foto e complimenti ai due giornalisti praticanti passano anche i primi e i secondi piatti. Archiviate le portate principali, si richiama ancora una volta l’attenzione della platea, perché sul palco sale Antonio Cabrini. Il campione del mondo ’82 consegna al direttore del carcere di San Vittore Giacinto Siciliano un assegno per la ricostruzione del malconcio campo da calcetto all’interno della casa circondariale. L’idea del direttore, condivisa con The Dab Game, è di aprire il campo a tutta la città. A questo proposito, Cabrini aveva già giocato un triangolare d’occasione organizzato a San Vittore con i ragazzi dell’associazione lo scorso ottobre. Gli Ale’s friends vogliono ripartire da qui per riqualificare altre strutture nel nome dello sport, la grande passione di Alessandro, che non potrebbe essere più fiero dei suoi amici e della serata a lui dedicata.