Le lacrime di Budapest sono amare per la Roma, ben diverse da quelle dolci di Tirana, quando un anno fa i giallorossi alzavano al cielo la Conference League. 90 minuti non sono bastati per decidere la squadra vincitrice dell’Europa League, così Roma e Siviglia ferme sul 1-1 si sono giocate il titolo ai rigori dopo che il risultato nei supplementari è rimasto invariato. Dagli 11 metri la squadra spagnola è stata più precisa e grazie a un super Bono tra i pali, che ha parato due rigori, è riuscita a conquistare la sua settima Coppa Uefa/Europa League confermandosi regina di questa competizione, vinta 5 volte solo negli ultimi 10 anni.

Dybala decisivo – José Mourinho aveva provato a confondere gli avversari durante la conferenza stampa della vigilia dicendo che Paulo Dybala, al rientro dall’infortunio, non aveva più di 20 minuti nelle gambe: come a dire che non sarebbe entrato subito in campo. Invece, lo special one ha schierato il fantasista argentino dal primo minuto ed è stato proprio lui a sbloccare il match al 35′: Mancini ha strappato a metà campo un pallone a Rakitic e ha imbucato subito per la Joya, che dopo un gran controllo, ha trafitto Bonu sul secondo palo.

La rimonta – Il Siviglia subisce il contraccolpo psicologico e prova a rimettere in pareggio la partita senza impensierire la porta di Rui Patricio. La prima vera palla gol per gli andalusi arriva al 5′ minuto di recupero del primo tempo, dei 7 concessi dall’arbitro Anthony Taylor, con un gran tiro da fuori di Rakitic che però si spegne contro il palo. Il Siviglia rientra con un altro piglio dagli spogliatoi anche grazie all’ingresso dell’ex Lamela e di Suso al posto dei deludenti Bryan Gil e Oliver Torres. Gli andalusi spingono ma la Roma si difende: il “pullman” davanti alla porta che temevano tanto gli spagnoli inizia in effetti a prendere forma, ma al 55′ su un cross di Ocampos, Mancini, nel tentativo di anticipare En-Nesyri, la manda alle spalle del proprio portiere. 1 a 1 e tutto da rifare per i giallorossi. Il Siviglia continua a tenere il possesso palla ma la Roma non rinuncia a giocare in contropiede e a mettere in seria difficoltà la retroguardia andalusa sulle palle da fermo. Così si va ai supplementari con un brivido last minute per i capitolini dopo che, al 5′ minuto di recupero, En-Nesyri calcia addosso a uno strepitoso Matic un pallone che Rui Patricio respinge un po’ goffamente. I 30 minuti addizionali scorrono senza grandi emozioni ma con tanta stanchezza e nervosismo in campo. È la Roma ad avere l’ultima palla gol della partita che avrebbe potuto chiuderla senza andare agli 11 metri: al 130′ Smalling colpisce di testa ma il pallone finisce sulla parte alta della traversa.

La maledizione degli 11 metri – Dopo una partita lunghissima, terminata addirittura dopo la mezzanotte, si va ai tiri di rigore. Mourinho chiama intorno a sé la squadra e cerca di motivarli perché come canta De Gregori: “Non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Ma la palla pesa eccome, anche perché il Siviglia a calciare per primo e non sbaglia. Cristante è il primo giallorosso a presentarsi al dischetto e non sbaglia neanche lui, dopo però tocca a Mancini che tira centrale: Bono riesce a respingerlo con i piedi. Il portiere marocchino del Siviglia, che già al mondiale aveva dato prova della sua abilità di para rigori, si supera sul tiro di Ibanez. Il difensore giallorosso angola bene il tiro alla destra di Bono che però si salva con l’aiuto del palo dopo un grande intervento. Il rigore decisivo per la vittoria è nelle mani dell’argentino Gonzalo Montiel, che però sbaglia. Rui Patricio però commette un errore ancora più grave, muovendosi in anticipo e causando la ripetizione del rigore. Montiel non sbaglia una seconda volta e sancisce la vittoria del Siviglia. Il sogno giallorosso di conquistare il secondo titolo europeo consecutivo si infrange ai rigori che restano stregati per la Roma che nel 1984 proprio dagli 11 metri aveva perso contro il Liverpool l’unica finale di Champions conquistata nella sua storia.

L’arbitraggio – “Abbiamo visto gialli, gialli, gialli: poi guarda un po’ dove arriva l’ingiustizia, Lamela deve prendere un secondo giallo e invece no, è uno dei rigoristi della loro vittoria”, ha commentato José Mourinho nel post partita. La gestione della gara da parte dell’arbitro inglese Antony Taylor ha lasciato entrambe le squadre scontente con le panchine che si sono agitate durante tutto l’incontro arrivando anche al faccia a faccia. Il malcontento per la direzione di gara ha fruttato ben 3 cartellini gialli per le proteste di giocatori non in campo, due del Siviglia e uno della Roma. Il direttore di gara ha sbagliato diverse decisioni che apparivano evidenti dalla televisione, come la grande parata di Bono su Belotti non vista. Ma a suscitare polemiche è soprattutto il tocco con la mano di Fernando in area, non rilevato da Taylor, su cui non è intervenuto il Var che invece ha richiamato l’arbitro inglese per togliere un rigore assegnato al Siviglia per un fallo inesistente di Ibanez.