Alle 20.45 di sabato 29 aprile il rugby francese vivrà un momento storico: l’ultimo derby tra le due squadre di Parigi, il Racing 92 e lo Stade Français. Poi sarà fusione. «Plus forts ensemble!», più forti insieme, è lo slogan usato lunedì 13 marzo per ufficializzare il matrimonio che partirà già dalla prossima stagione. «Un progetto che metta insieme le risorse per fare miglior fronte possibile alle sfide della performance e dell’educazione», recita il comunicato. Ma unire una squadra nata nel 1882 che ha vinto sei campionati con una del 1883 che di titoli ne ha conquistati 14 non è un’impresa semplice, soprattutto davanti agli occhi del pubblico.
Le reazioni – E infatti i tifosi non l’hanno presa affatto bene: quelli dello Stade Français si sono trovati allo stadio Jean Bouin per protestare. Anche tra i giocatori è scoppiata la polemica: «Oggi sono talmente triste che preferisco non commentare. Parlerò prossimamente», ha scritto su Twitter Pascal Papé, 153 presenze con i Soldati Rosa dal 2007 a oggi e 65 con la nazionale francese tra il 2004 e il 2015. «Ho controllato, ma purtroppo non è l’1 aprile», le parole di Henry Chavancy del Racing 92. Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi, ha «deplorato il fatto che il pubblico, i partner e i giocatori non siano stati ascoltati nella riflessione» e ha chiesto «garanzie per l’avvenire». La federazione si è detta «scioccata». Ma nulla sembra poter frenare il progetto dei due presidenti Thomas Savare e Jacky Lorenzetti, tant’è che sono già stati individuati gli allenatori: Laurent Labit e Laurant Travers, attualmente al Racing. Nessuna notizia, invece, riguardo il nome e il logo del futuro.
J’ai beau vérifier on n’est malheureusement pas le 1er avril…. ???
— Henry Chavancy (@HenryChavancy) 13 marzo 2017
I precedenti – Nel marasma delle critiche che in queste ultime ore corrono soprattutto sui social network, L’Equipe si chiede se non sia «soltanto una fusione in più». Il Racing 92 di oggi è nato dall’unione tra il Racing Club de France e la polisportiva Us Metro datata 2001. Anche la città di Bordeaux, per tornare grande, nel 2006 ha messo insieme lo Stade Bordelais e il Club athlétique Bordeaux-Bègles-Gironde. Meno bene è andata nel 2015 tra Aviron Bayonnais e Biarritz Olympique, club baschi, frenati dai debiti e dalla mancanza d’interesse l’uno per l’altro. Nel calcio, la Sampdoria dal 1946 è figlia della Sampierdarenense e dell’Andrea Doria, il Torino ha preso vita nel 1906 da Football Club Torinese e da alcuni soci dissidenti della Juventus e la Roma, nel 1927, ha riunito Alba Roma, Roman e Fortitudo. Nel settembre 2016 l’ex dirigente nerazzurro Ernesto Paolillo disse: «Avevo suggerito una fusione tra Inter e Milan piuttosto che finire in mani straniere».
Con la Superlega… – Apriti cielo. Ripetere sotto la Madonnina quanto avvenuto a Parigi pare fantascienza. Eppure se ne è parlato, soprattutto in ottica Superlega, il grande torneo europeo (o addirittura mondiale) che potrebbe accorpare le migliori squadre di ogni Paese. Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore, spiega: «Una fusione tra Inter e Milan è impensabile, le tifoserie sono troppo radicate. Ma prima o poi la Superlega andrà fatta: grandi match tra grandi squadre per colmare il gap televisivo con le leghe professionistiche americane. Quanto avvenuto nel rugby francese è straordinario, ma va letto come una necessità di sinergie in un mondo che, economicamente, non vale il calcio italiano».