La figlia dell’allenatore del Pescara è stata aggredita sabato pomeriggio nel centro di Salerno. Spintonata e minacciata dagli ultras della Salernitana nel tentativo di intimidire il padre, Gianluca Grassadonia, ex, sia da giocatore che da allenatore, dei granata. «Deve perdere, se no non torna più a casa», le avrebbero detto due ragazzi incappucciati, che in Grassadonia, avversario nell’ultima partita di campionato di sabato 10 maggio, vedono un ostacolo nella corsa verso la Serie A. In caso di vittoria contro il Pescara la Salernitana sarebbe promossa dopo più di 22 anni. «È una vergogna. Mia figlia è stata strattonata e presa a calci, adesso basta. I miei familiari prenderanno un taxi e andranno via, anzi scapperanno via. Li aspetto in Abruzzo. Basta, adesso basta», ha commentato il tecnico degli adriatici.

«Tutto questo per il calcio» – A raccontare per prima l’accaduto è stata la madre di Paola, Annabella Castagna, con un post su Facebook pubblicato sabato notte: «Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca….Tutto questo per una partita di calcio».
I «cinque giorni di minacce e insulti» fanno riferimento alle reazioni di alcuni tifosi della Salernitana a una conferenza stampa di Grassadonia, in cui, a loro parere, questi avrebbe lanciato la sfida nei confronti della sua ex squadra. Tali presunte dichiarazioni, tra l’altro legittime secondo il regolamento federale, sono state smentite dai presenti, ma hanno sortito l’effetto di creare un’ondata di odio social nei confronti dell’allenatore del Pescara. «Un clima costruito ad arte per generare odio da personaggi di basso calibro che pubblicano sul web false notizie», si legge in un comunicato della Salernitana, che prende le distanze dall’accaduto: «Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco». Sulla stessa linea della società anche i gruppi ultras, che tramite i loro canali ufficiali hanno parlato di uno «schifo frutto di cattivi esempi che sporca il nome di Salerno».

Solidarietà generale – Immediata anche la reazione del club di Grassadonia: «La delfino Pescara 1936, dopo i fatti GRAVISSIMI accaduti nella notte, comunica che il tecnico, Gianluca Grassadonia, non rilascerà alcuna intervista, ma garantirà come sempre la propria professionalità». Tutti i personaggi, più o meno coinvolti, hanno espresso la propria solidarietà: per Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, l’associazione che rappresenta i coach di calcio, non «c’è nessuna ragione che giustifichi la violenza, se fatta per una partita di calcio poi è la fine del mondo», mentre Vincenzo Napoli, sindaco di Salerno, annuncia che «non verrà mai più permesso a nessuno di infangare il nome di Salerno e di oltraggiare la civile e corretta passione granata confondendola con il gesto di qualche isolato sconsiderato». La partita tra Pescara e Salernitana si giocherà regolarmente. Sul sito ufficiale della Lega serie B, oltre a un comunicato di solidarietà per Grassadonia, non si legge alcun provvedimento specifico, né azioni volte a prevenire ulteriori episodi di violenza.