Le luci a San Siro potrebbero non accendersi più, come canta Roberto Vecchioni, ma l’idea di Inter e Milan è che continuino a farlo molto vicino all’attuale stadio Giuseppe Meazza. I progetti per la costruzione del nuovo impianto sportivo delle due società milanesi verranno presto presentati al Comune, ma ci sono ancora delle incognite da risolvere. La principale, che divide politica, squadre e tifosi, è legata proprio al destino dell’attuale San Siro: verrà demolito, ristrutturato o lasciato come un monumento alla storia del calcio italiano?

Un nuovo impianto a vocazione europea – Inter e Milan non hanno dubbi: vogliono uno stadio nuovo e all’avanguardia, che permetta loro di tornare a essere vincenti, prima che sul campo, almeno nell’ambito delle infrastrutture. L’idea è quella di costruirlo nell’area del parcheggio del Meazza, e di dotarlo di tecnologie digitali che permettano di dar vita a un progetto di cogestione vincente. Il nuovo stadio dovrebbe sorgere all’interno di un parco, in cui il verde domini sul cemento. Oltre alle aree sportive, ci saranno anche spazi commerciali e direzionali. Il punto di riferimento è il modello dello stadio della Juventus. Le dirigenze delle due squadre milanesi sono concordi che il progetto vada fatto. Dura la provocazione del presidente del Milan Paolo Scaroni: «Se ci dicono che non si può toccare nulla sull’impianto possiamo anche lasciare San Siro».

Dalla parte di Inter e Milan – Ad appoggiare la volontà delle società c’è uno studio del Politecnico di Milano, secondo il quale la ristrutturazione dell’attuale Meazza, sebbene più economica nell’immediato, non permetterà nel lungo periodo di raggiungere gli stessi risultati di efficienza di uno stadio nuovo e moderno. Dello stesso avviso è anche il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini che l’1 aprile, intervistato dall’emittente fiorentina Lady Radio, ha detto: «Stiamo lavorando a una legge che renda più semplice fare impianti nuovi».

I dubbi di Beppe Sala – Stretto tra l’incudine e il martello delle società da un lato e dei tifosi dall’altro, il sindaco di Milano Beppe Sala ha chiesto alle due squadre di fare chiarezza e portargli un progetto preciso intorno al quale discutere. «Un’idea che mi spaventerebbe molto – ha detto il primo cittadino ai microfoni di Sky Sport – è l’idea di uno stadio non a San Siro. Noi ci abbiamo investito, ci arriva anche la metropolitana, e questo per me è un vincolo». Nonostante abbia dichiarato di preferire la ristrutturazione del vecchio impianto alla demolizione, Sala ha poi spiegato che questa decisione non spetta a lui: «È il momento che le squadre sentano i tifosi, perché la cosa buffa è che ora se la stanno prendendo con me». Per quanto riguarda la gestione, infine, il sindaco ha espresso la volontà di avere la proprietà del nuovo stadio, con un lungo diritto di superficie concesso a Milan e Inter: «Se demolissi San Siro senza avere la proprietà dello stadio nuovo, la Corte dei Conti mi verrebbe a prendere».

La nostalgia dei tifosi –  Contrari all’idea della demolizione del Meazza sono soprattutto i tifosi delle due squadre, che non vogliono rinunciare al teatro glorioso di tanti successi. Su Instagram è nata la pagina #savesansiro, che in pochi giorni ha già raccolto più di 2mila follower. È possibile anche firmare una petizione su change.org per evitare che il Meazza venga demolito. Con i tifosi arrabbiati si è schierato anche un testimonial d’eccezione, Roberto Vecchioni, che citando la sua canzone ha detto alle pagine del Corriere della Sera: «È una disperazione. Non è che rinnovare significa migliorare. Secondo me San Siro reggeva benissimo. E poi è un monumento straordinario. Mi adatterò, cosa devo fare, andrò la sera a pregare lì o a cantare una canzone davanti a questo posto vuoto».