«Ci hanno depredato della nostra dignità, rivendichiamo il diritto di poterci giocare la promozione sul campo». I volti scuri dei giocatori del Palermo in conferenza stampa parlano da soli. «Per la prima volta siamo tutti qui per parlare con voi, sono giorni fondamentali per il futuro del Palermo e della città». La decisione di far retrocedere la squadra in serie C per illeciti amministrativi, senza attendere l’esito dell’appello, ha sconvolto la squadra a un passo dai playoff. Il 15 maggio i calciatori, in un comunicato letto di fronte ai giornalisti, si sono detti incapaci di «trovare alcuna giustificazione per il comportamento del Consiglio Direttivo della Lega B, che ha scelto di prendere una decisione che stravolge le regole a campionato ormai concluso». La protesta si è alzata anche dalla città siciliana, dove in duemila hanno sfilato davanti al Teatro Massimo e per le strade.

LA DECISIONE – La questione però, resta sospesa: il consiglio federale della Figc, che si è riunito giovedì mattina, ha deciso di non decidere. L’esito delle procedure di riammissione nelle serie A, B e C, che avrebbe potuto cambiare le sorti del Palermo e delle altre tre squadre che si trovano agli ultimi posti della classifica, è stata rimandata al Collegio di Garanzia dello sport. I play off per accedere alla serie A partiranno comunque come stabilito venerdì 17 alle 21, con Spezia-Cittadella. La Lega B non aspetterà nessuno, neanche l’esito del secondo grado di giudizio dopo il ricorso presentato dal Palermo, attirandosi ulteriori critiche dalle squadre e dai tifosi. Il presidente Gabriele Gravina, pur ribadendo la legittimità della decisione della Lega B, ha dichiarato: «Posso concordare con chi ha sostenuto che bisognava aspettare almeno il secondo grado, ma parlare di violazione non è corretto».

LA VICENDA- Il Palermo era in gara per i play-off, per disputarsi il diritto di essere promossa in serie A, ma il 10 maggio è stata relegata d’ufficio all’ultimo posto della classifica e retrocessa in serie C, assieme a Foggia, Padova e Carpi. Alla base della decisione del tribunale federale nazionale della Figc, ci sono gli illeciti gestionali che hanno coinvolto la squadra nel triennio 2014 – 2017, quando Maurizio Zamparin, oggi agli arresti domiciliari, era patron della società rosanero. L’ex presidente è accusato di falso in bilancio e auto riciclaggio e, insieme alla dirigenza, anche di aver portato avanti una “sistematica attività volta ad eludere i principi di sana gestione finanziaria”. Il tribunale ha però accolto la richiesta dei legali di Zamparin, che avevano contestato il mancato rispetto del diritto di difesa, dichiarando inammissibile il suo deferimento. Al presidente del consiglio sindacale Anastasio Morosi sono stati inflitti cinque anni di radiazione, mentre a Giovanni  Giammarva spettano due anni di inibizione.

LE PROTESTE – A inizio mese, nove delle squadre della serie B si erano espresse con un esposto “per salvaguardare la regolarità dei campionati e fornire un ristoro a club pregiudicati dall’ illegittima partecipazione del Palermo ai tre campionati a cui si è iscritto fraudolentemente”, chiedendo che il Palermo venisse punito per essere stato protagonista di una situazione che “per anni ha alterato i massimi campionati nazionali vedendo un club parteciparvi senza averne diritto”. Una richiesta di attenzione da parte di squadre che si trovano a competere in un campionato in cui le irregolarità non sono mancate. La risposta dei giocatori rosanero non si è fatta attendere: «Ci facciamo rappresentanti di una città ferita, di persone che hanno voglia di urlare che, in uno Stato di diritto, così non funziona, che non si possono calpestare i diritti con un colpo di penna deciso in potenziale conflitto di interessi. Continueremo la nostra lotta fino a quando ci sarà possibile accompagnati dall’AIC, con l’intenzione di far valere e tutelare i nostri diritti». E hanno aggiunto: «Rivendichiamo come calciatori del Palermo Calcio il diritto di poterci guadagnare sul campo la vittoria attendendo, quantomeno, la pronuncia della Corte d’Appello Federale. A quel punto accetteremo il verdetto qualunque esso sia».

UN CALCIO MALATO – In serie B, oltre al Palermo, anche il Foggia si è trovato protagonista di una vicenda legale, accusato di pagare i propri giocatori in nero. Con quest’ultima decisione della Lega, però ci si troverà di fronte a una situazione in cui, con la retrocessione del Palermo, la squadra foggiana (penalizzata per soli 6 punti, equivalenti a 2 vittorie), potrà tornare a concorrere nel campionato. Quello che preoccupa, tuttavia, è il fenomeno di cui la società siciliana è solo uno dei protagonisti: una delirante mancanza di rispetto delle regole all’interno di una lega professionistica. In questo stesso anno, l’Avellino è stata ceduta al Bari, mentre il Cesena, che ha commesso illeciti riconosciuti, non ha ricevuto nessuna penalizzazione. A ridare un po’ di speranza al futuro della lega è il fatto che l’Entella, che era stato escluso dalla Lega B diventando la prima squadra di calcio fantasma, potrà tornare a giocare.