«Game-set-match». Jannik Sinner ha vinto per la seconda volta consecutiva le Nitto Atp Finals di Torino battendo in due set molto combattuti (7-6, 7-5) l’ormai solito rivale Carlos Alcaraz. È la 24esima volta che il tennista italiano si porta a casa una coppa, le stesse che sfoggia in bacheca Alcaraz: una parità assoluta tra due piccoli ma già giganti del tennis.
Il primo set – I due set a zero non devono ingannare chi non ha visto la partita, evento ormai raro in un’Italia che ha riscoperto il tennis. Alcaraz non ha regalato niente all’altoatesino, anzi. Subito al quarto game del primo set ha portato il punteggio sul 40 pari. Solo l’interruzione della partita a causa del malore di un tifoso sugli spalti ha fatto respirare un Sinner che sembrava essere un po’ in apnea. Dopo la ripresa è stato il servizio a venire in soccorso del tennista italiano: un set point annullato allo spagnolo, colpevole di una discesa a rete frettolosa, è stata la scossa di adrenalina per il primo set. Sinner ha ringraziato e ha portato il match al tie break dove le emozioni si ribaltano: Alcaraz era teso, sbagliava troppo, mentre l’italiano regalava dritti e rovesci con una ritrovata tranquillità. Il tennis è bello anche per questo.
Il team – Come nei più importanti eventi, il gioco si mischia allo spettacolo. Sinner ha incontrato nei corridoi verso gli spogliatoi Luciano Ligabue, uno dei suoi tanti fan. Nello scambio tra i due, ripreso e postato sui social, il tennista dice: «Senza il mio team non sarei nessuno». Una verità, non una frase di circostanza, e lo si percepisce anche dal divano. Per tutto il match Sinner non gioca solo con la racchetta, ma anche con lo sguardo degli allenatori Darren Cahill e Simone Vagnozzi. A turno i due si alzano nei momenti di tensione come a voler colpire al posto del loro protetto quella pallina. Il simbolo però è Umberto Ferrara, il preparatore atletico, che a fine partita non salta di gioia come i colleghi e come tutta Italia, ma scoppia in lacrime.
Il secondo set – Il secondo set è iniziato con un calo da parte di Sinner questa volta e Alcaraz certo non si è fatto pregare. Break subito al primo game. Destino ha voluto però che lo spagnolo abbia sentito un leggero fastidio alla gamba, prontamente fasciata dal fisioterapista. Non sapremo mai quanto questo abbia influito, i più tifosi di Sinner diranno per niente. Fatto sta che da lì in poi l’altoatesino si è ripreso la partita. Controbreak, uno scambio infinto da 24 colpi portato a casa dall’italiano, con annessa mano all’orecchio verso il pubblico, e match point. È un errore di Alcaraz che ha fatto esplodere i 13mila presenti all’Inalpi arena di Torino: Sinner si è buttato a terra, si è rialzato per dare la mano all’avversario che per i prossimi dieci anni lo sfiderà, ed è corso verso la panchina del suo team.
Come la prima volta – Alcaraz ha chiuso la stagione da primo in classifica e si è quasi emozionato di fronte agli applausi del pubblico che a fine partita non lo ha fatto parlare. Uno dei rari casi in cui vince anche lo stadio. Sinner invece ha portato a casa il sesto titolo stagionale e 5 milioni di dollari. L’amore del pubblico lo aveva già. Per Sinner è la seconda vittoria nel torneo ma per l’Italia ogni cosa che fa è una prima volta. È la prima volta che un italiano è andato al primo posto in classifica Atp, è la prima volta che un italiano ha quattro Slam in bacheca, è la prima volta che un italiano vince una Finals, figuriamoci due. E poi Wimbledon, gli Australian Opens, una lista ormai troppo lunga.




