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Sesta medaglia per l’Italia. Nella staffetta di short track le azzurre cadono ma conquistano il bronzo. Arianna Fontana, Lucia Peretti, Martina Valcepina e Elena Viviani si erano piazzate quarte: decisiva la squalifica della Cina, che era finita seconda. Oro alla Corea e argento al Canada. La Fontana ha vinto la sua quinta medaglia eguagliando Gabriella Paruzzi con 5 medaglie, al terzo posto assoluto tra le azzurre più vincenti alle Olimpiadi Invernali.

Un podio mancato per soli 11 centesimi, invece, quello di Nadia Fanchini che porta a casa una medaglia di legno, dopo un gigante disputato in condizioni meteo complicatissime, tra pioggia, nebbia e neve bagnata. L’oro è per Tina Maze, già vincitrice nella discesa libera e in testa sin dalla prima manche. La slovena ha chiuso la gara con un tempo di di 2’36″87. Dopo di lei, l’austriaca Anna Fenninger (oro già in superG) in 2’36″94. Terza, la tedesca Viktoria Rebensburg (campionessa olimpica a Vancouver 2010) con 2’37″14. Francesca Marsaglia con il terzo tempo di manche ha rimontato dal 26° al 16° posto. Può tirare un sospiro di sollievo invece Federica Brignone, caduta quasi subito nella prima manche. Si temeva un infortunio grave, ma la risonanza magnetica ha evidenziato un trauma distorsivo-contusivo al ginocchio destro che non dovrebbe creare troppi problemi.

Giornata sfortunata anche per lo snowboard azzurro: il leader della specialità in Coppa del mondo, Omar Visintin, è finito a terra durante la semifinale. Ormai fuori dalla gara, Visintin si procurato una forte contusione all’anca ed è stato trasportato via in slitta. Delusione anche per Luca Matteotti, entrato in finale, ma finito sesto dopo una caduta. L’oro è andato al francese Pierre Vaultier davanti al russo Nikolay Olyunin. Bronzo per lo statunitense Alex Deibold.

Maria Aliokhina, una delle due Pussy Riot, dopo il fermo da parte della polizia (Twitter)

Maria Aliokhina, una delle due Pussy Riot, dopo il fermo da parte della polizia (Twitter)

Intanto, le proteste al villaggio olimpico di Sochi non si fermano: le due Pussy Riot Nadia Tolokonnikova e Maria Alekhina sono state fermate dalla polizia e agenti dell’Fsb (i servizi segreti russi). Lo ha comunicato su Twitter il collettivo artistico Voina, legato alle due attiviste. Insieme a loro, si legge nel tweet, sarebbero state fermate altre sette persone, tra cui alcuni giornalisti. “Al momento del fermo non facevamo alcuna azione, stavamo semplicemente passeggiando per Sochi”, ha scritto su Twitter la Tolokonnikova, aggiungendo che “è stata usata la forza” da parte dei poliziotti. Intanto Vladimir Luxuria è ripartita verso l’Italia dall’aeroporto di Adler, dopo essere stata dichiarata dalle autorità locali “persona non gradita” in seguito all’espulsione, con tanto di ritiro di pass, dal Parco Olimpico. Oggetto delle polemiche, una nuova sfilata provocatoria con vestito da Drag Queen e lo slogan “Gay is ok”, recitato in russo in favore delle telecamere.

Stefania Cicco