3_AVC_Cup_03

Una squalifica sportiva per dare un segnale. Per questo la federazione internazionale di volley ha sospeso l’Iran dal movimento pallavolistico mondiale. Un messaggio alla nazione che ormai dal 20 giugno tiene in carcere una giovane donna di Teheran: Ghonchah Ghavami. Colpevole solo di aver tentato di assistere alla partita maschile fra Iran e Italia, valida per le qualificazioni alle finali di World League.

All’Iran è stata anche sottratta la candidatura per ospitare il mondiale giovanile proprio di pallavolo, che si terrà nel 2015. “È una decisione ingiusta, perché si tratta di una vicenda non legata allo sport”, ha subito detto il presidente della federvolley iraniana Reza Davarzani. E la magistratura di Teheran, inoltre, ha fatto sapere che la condanna definitiva non è ancora stata pronunciata.

Ghavami, 25enne attivista militante per i diritti dell’uomo, ha doppio passaporto britannico e iraniano. In carcere sta protestando con lo sciopero della fame. E la famiglia si è detta molto preoccupata per la situazione fisica e psicologica della ragazza. Per lei si erano mobilitati in tanti, anche il pubblico italiano, che aveva esposto striscioni durante il match di ritorno, fra Italia e Iran, giocato appena una settimana dopo l’arresto.

Nell’ultimo weekend su tutti i campi della serie A maschile e femminile di volley sono stati, ancora una volta, esposti striscioni a favore dell’attivista. Subito dopo è arrivata la decisione della Federazione internazionale. È difficile credere che i due eventi siano strettamente collegati, ma quello lanciato dalla FIVB è un segnale forte.

Domenico Motisi