Non solo chimica e Confindustria: Giorgio Squinzi è anche uomo di sport. Prima il ciclismo con la Mapei, poi l’avventura nel calcio alla guida del Sassuolo: una collana di sfide, vittorie, rimpianti, tenuti insieme dalla passione. Talmente grande che, dopo la sua elezione – con uno scarto ridotto di voti – a presidente di Confindustria nel 2012, disse: “Ho vinto in volata come Freire”. Ricordando il formidabile velocista che ebbe alla Mapei tra il 2000 e il 2002.
Oggi Giorgio Squinzi ha parlato di sport agli allievi della Scuola di giornalismo “Walter Tobagi”. Un incontro informale, dove il patron della Mapei si è soffermato sulla sua esperienza nel mondo del ciclismo e del calcio. “Organizzazione, serietà, trasparenza”: le tre parole d’ordine della sua gestione sportiva. Così si porta la Mapei sul tetto del mondo dal 1996 al 2000, così si trascina una squadra di provincia dalla serie C2 alle soglie della serie A.
“Lo sport di famiglia era il ciclismo: mio padre era un grande tifoso di Fausto Coppi”, ricorda Squinzi, che dal padre ereditò la Mapei, grande multinazionale di materiali per l’edilizia. Nel 1993, quando l’azienda di famiglia entrò nel mondo del ciclismo, il marchio divenne famoso a livello internazionale. “Grazie al ciclismo, i nostri dipendenti hanno cominciato a sentirsi una squadra”, ha sottolineato Squinzi. Non solo passione dunque, ma anche business dietro il tuffo nello sport. E quanti ricordi di quegli anni: dalla Parigi-Roubaix del 1996, quando tre corridori Mapei arrivarono al traguardo in solitaria, alla vittoria di Paolo Lanfranchi nel 2001 al Giro di Malesia. E poi campioni straordinari, da Tafi a Museeuw, da Bartoli a Olano, da Rominger a Bettini. Una lunga storia chiusa in maniera dolorosa: nel 2002 Stefano Garzelli, allora corridore della Mapei, venne trovato positivo ad un controllo antidoping. Un colpo al cuore per Squinzi, che decise di abbandonare il mondo del ciclismo.
#Squinzi: “Dal 1997 cambiammo l’approccio. Preparazione alla #Mapei Sport per tutti i corridori, senza ricorso al dopingi” #SquinziTobagi
— La Sestina (@La_Sestina) 09 maggio 2013
#SquinziTobagi “Michele Ferrari, il belzubù del ciclismo. Chi lo frequentava andava automaticamente fuori dalla #Mapei”
— La Sestina (@La_Sestina) 09 maggio 2013
Ma il richiamo dello sport era troppo forte: così, nel 2004 Squinzi decise di acquistare il Sassuolo Calcio. La prima grande soddisfazione nel 2008, quando il club neroverde venne promosso in serie B. Alla guida di quella squadra c’era l’attuale tecnico del Milan Massimiliano Allegri, argomento di discussione tra Squinzi e Silvio Berlusconi. “Silvio dice che Max non capisce granché. Ma io lo ritengo un ottimo allenatore, se fosse rimasto con noi oggi saremmo già in Serie A”. La massima serie è comunque vicina: il Sassuolo è capolista dell’attuale campionato cadetto e gli manca un punto per festeggiare la promozione. Ma nessuna follia in programma: “Il nostro obiettivo è salvarci e investire sui giovani. Infatti, abbiamo deciso di trattenere un grande talento come Berardi, nonostante il Manchester City ci avesse offerto per la metà del cartellino 7 milioni di euro”.
Squinzi: Nel 2004 il #Sassuolo venne messo in vendita. Era interessata all’acquisto la Kerakoll: per dispetto la comprai io #SquinziTobagi
— La Sestina (@La_Sestina) 09 maggio 2013
Squinzi: “Nel 2004 comprammo il sassuolo calcio per 35mila euro. Abete disse: anche il Cardinal Ruini ha a cuore la squadra” #Squinzitobagi — La Sestina (@La_Sestina) 09 maggio 2013
La battuta di #Squinzi: “Il #Sassuolo in serie A ha una sola missione: battere l’#Inter a San Siro” #SquinziTobagi
— La Sestina (@La_Sestina) 09 maggio 2013
Economia e sport. Alla domanda sulla possibilità di quotare un giorno il Sassuolo in Borsa, Squinzi ha risposto: “Non l’ho mai fatto con la mia azienda e non lo farei mai con la squadra. Il calcio è un’attività troppo volatile. Rischierei di giocare con le azioni dei miei soci”.
#Squinzi: “Sport molto più che valvola di sfogo, è soprattutto grande vantaggio per l’azienda” #squinzitobagi
— La Sestina (@La_Sestina) 09 maggio 2013
Francesco Paolo Giordano
Maria Chiara Furlò