Australian OpenSi chiama “match-fixing”: truccare le partite per favorire gli interessi di una rete di scommettitori internazionali. La lunga inchiesta pubblicata da Bbc e BuzzFeed – “The tennis racket” – coinvolge 16 dei migliori tennisti al mondo, getta un’ombra scura sulla serietà di eventi prestigiosi come il Roland Garros e Wimbledon e stravolge l’immagine della Association of Tennis Professionals (Atp), colpevole di avere insabbiato i casi di corruzione. Tempismo perfetto: l’indagine è andata online il 18 gennaio, in concomitanza con l’inizio degli Australian Open a Melbourne dove sono impegnati 8 dei 16 tennisti coinvolti.

Per schermarsi dallo scandalo, la Federazione internazionale tennis ha diffuso un comunicato stampa in cui nega il proprio coinvolgimento, difesa ribadita nel corso della conferenza inaugurale in Australia. Anche i grandi campioni si sono pronunciati. “Non ha senso fare nomi ora: fin quando non ci sono prove, parliamo solo di rumors”, ha detto Novak Djokovic, pur raccontando che nel 2007 a San Pietroburgo gli erano stati offerti 200mila dollari per perdere al primo turno. Andy Murray ha retwittato il link dell’inchiesta e invocato una migliore educazione alla trasparenza nello sport. Roger Federer vorrebbe “sapere i nomi dei giocatori coinvolti” ma avverte che bisogna trattare la questione in maniera “super seria”.

Secondo Richard Ings, ex vicepresidente addetto alle regole e alla competizione dell’Atp, non c’è gioco migliore del tennis se si vogliono truccare i risultati. Basta corrompere un giocatore: ci sono grandi differenze tra i guadagni dei primi in classifica e quelli delle ultime file e il giro di scommesse vale miliardi.

Se però i giornali sono riusciti a scoperchiare il vaso di Pandora è merito della Tennis Integrity Unit, organismo deputato a verificare la regolarità delle partite, che ha consegnato loro le indagini svolte a proposito delle scommesse sul match tra l’ex numero 3 al mondo Nikolay Davidenko e Martin Vassallo Arguello giocato in Polonia nel 2007. In quella occasione il russo si infortunò mentre era in vantaggio facendo nascere dei sospetti: il caso si è chiuso con l’assoluzione delle parti in causa, ma dopo quella traccia i detective della Tiu hanno analizzato 26mila match tra il 2003 e il 2008 e interrogato tennisti ed esperti di scommesse, scoprendo un collegamento tra alcuni giocatori e un’organizzazione di scommettitori legati ad associazioni mafiose russe e italiane.

L’indagine era stata subito consegnata dalla Tiu ai vertici del mondo della racchetta che, secondo quanto riportato nell’inchiesta di Bbc e BuzzFeed, avrebbero scelto di non prendere provvedimenti. Ma ora che il problema è venuto a galla, vista la presunta fama dei giocatori coinvolti, è diventato impossibile tenere a freno le cronache. Mancano solo i nomi: i media hanno scelto di non rivelarli finché mancheranno tabulati telefonici e dati sui conti correnti necessari per capire chi è direttamente coinvolto nell’aggiustamento delle partite.

Chiara Piotto