Covid o non Covid, le Olimpiadi di Tokyo 2020 inizieranno il 23 luglio. Nonostante le preoccupazioni dei cittadini e dei medici giapponesi, la fedeltà al programma dei Giochi è stata ribadita dal vice presidente del Comitato Olimpico Internazionale John Coates. Come si legge sul sito di ESPN, il 21 maggio, durante una teleconferenza stampa tenutasi al termine di tre giorni di meeting con gli organizzatori dei Giochi, Coates ha riportato il parere positivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Tutte le misure che abbiamo messo in campo sono sufficienti per garantire dei Giochi sicuri in termini di salute, con o senza lo stato di emergenza», ha detto il vice presidente dell’IOC.
Quarta ondata – Le dichiarazioni di Coates arrivano a distanza di due mesi dall’inizio della competizione, rimandata l’anno scorso a causa della pandemia di Covid-19, e dopo settimane di tensione. Alla fine di aprile il premier giapponese Yoshihide Suga aveva ripristinato lo stato di emergenza che durerà fino al 31 maggio. La decisione riguarda la sede dei Giochi, le tre prefetture di Osaka, Kyoto e Hyogo e i due dipartimenti di Aichi e di Fukuoka. Il Giappone sta attualmente affrontando la sua quarta ondata di contagi ma il Comitato e il Governo hanno più volte dichiarato di voler continuare a lavorare per permettere alle Olimpiadi di avere luogo, attirando le critiche dell’opinione pubblica giapponese.
Il parere della popolazione– Secondo un sondaggio promosso alcune settimane fa dall’agenzia di stampa nipponica “Kyodo News”, il 59,7% della popolazione giapponese vorrebbe la cancellazione dell’evento olimpico. Il 25,2% degli intervistati ritiene invece che i Giochi si debbano svolgere ma a porte chiuse e solamente il 12,6% si dice favorevole alla presenza del pubblico, anche se in numero limitato. In più, all’inizio del mese di maggio è stata lanciata la petizione “Stop Tokyo Olympics” rivolta al presidente del Comitato Thomas Bach che in appena due giorni dal lancio aveva raggiunto duecentomila firme e continua a raccogliere adesioni. «Date le circostanze, è altamente improbabile che l’Olimpiade di Tokyo possa svolgersi in sicurezza. La mancanza di risorse mediche che Tokyo e il resto del Giappone stanno soffrendo dovrebbe suggerire quanto i Giochi possano mettere in pericolo gli operatori sanitari, i cittadini e i partecipanti», si legge nel testo della petizione. In Giappone soltanto il 3% della popolazione è stata vaccinata a causa delle lente pratiche burocratiche necessarie per l’approvazione del vaccino, così come per la carenza di personale medico in grado di somministrare il vaccino Pfizer, l’unico siero autorizzato ad oggi nel Paese.
L’appello dei medici locali – La settimana scorsa anche i seimila membri della Tokyo Medical Practitioners Association, l’Associazione dei medici di Tokyo, si erano detti preoccupati per la situazione dei contagi tanto da inviare un appello al JOC, il Comitato Olimpico giapponese, per chiedere di riconsiderare la cancellazione della competizione. Nel comunicato diffuso dall’Associazione si legge: «La cancellazione di un evento che ha il potenziale di aumentare in modo esponenziale il contagi da Covid e le vittime della malattia, è la cosa più giusta da fare».