Non sapeva se ridere o piangere. L’espressione della pugilessa Irma Testa dopo aver vinto l’oro ai mondiali non è riuscita a contenere tutte le emozioni: sul volto un sorriso annegato da un fiume di lacrime. Una giornata memorabile, quella del 25 marzo, per la boxe femminile: Testa arriva in cima al mondo e diventa campionessa mondiale di pugilato femminile 2023. Dopo un match di finale molto combattuto contro la Kazaka Karina Ibragimova, Testa conquista l’oro nella categoria peso piuma(fino ai 57 Kg), sconfiggendo la sua avversaria ai punti con voto unanime. Si aggiudica il podio anche un’altra azzurra, Sirine Chaarabi, la 23enne di Caserta, che vince l’argento nei pesi mosca (52 kg), perdendo in finale contro la cinese Yu Wu. Un secondo posto meritato per Chaarabi che ha sostenuto con tenacia il primo round, ma che sulla lunga distanza si è arresa all’avversaria asiatica.
La scalata verso l’oro- «Sono felicissima di questa medaglia, è il premio che ripaga tutti i sacrifici che ho fatto fin dalla mia adolescenza», queste sono le prime parole rilasciate alla stampa da Irma Testa subito dopo la vittoria. La pugilessa campana, soprannominata Butterfly per l’eleganza dei suoi movimenti sul ring, ha conquistato l’oro grazie all’impegno e la determinazione impiegati nella boxe fin da quando era piccola. Testa è nata a Torre Annunziata, Napoli, all’età di dodici anni è entrata per la prima volta in una palestra e ha iniziato a prendere a pugni il sacco. «La boxe è un lavoro su se stessi: non picchi solo l’oggetto, stai prendendo a cazzotti tutti i tuoi problemi», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
In “Testa” dalla nascita- A 14 anni, in Nazionale, Irma Testa è partita per Assisi e da quel momento è iniziata una carriera piena di successi. «Vai, scappa, tu che puoi» sono le parole che la madre le disse prima di andersene da Napoli e che la campionessa ha raccontato al Corriere della Sera per spiegare come è riuscita a scappare da alcune diffcili realtà diffuse in Campania e in cui è facile inciampare da giovani. Dopo diverse medaglie nei campionati giovanili, Testa diventa una pioniera nel mondo della boxe femminile collezionando una serie di primati: è stata la prima pugilessa italiana alle Olimpiadi (Rio 2016, all’età di 18 anni), la prima sul podio olimpico (bronzo a Tokyo 2020), tra le prime a vincere l’oro iridato (dopo Alessia Mesiano e Simona Galassi) e la prima a fare coming out nel mondo del pugilato femminile italiano nel 2020, quando è tornata dal Giappone con il bronzo al collo.
Il ruolo di pioniera – «Irma è l’alfiere del pugilato femminile italiano. Questa medaglia d’oro è un grande messaggio per le ragazze che conferma un aspetto importante, la boxe non è uno sport pericoloso come vogliono far credere. Non è nemmeno vero che si perde la femminilità», ha detto Patrizio Oliva, ex-pugile napoletano, soprannominato Sparviero, campione olimpico di pugilato a Mosca 1980, campione europeo EBU nei superleggeri e Welter e campione mondiale WBA nei Superleggeri. Irma Testa può diventare simbolo e stimolo per molte atlete che vogliono inseguire il sogno del pugilato. Per le donne è una possibilità abbastanza recente: l’International Boxing Association accettò le nuove regole per il pugilato femminile alla fine del XX secolo, approvando la prima Coppa Europea nel 1999 e il primo campionato mondiale nel 2001. Il pugilato femminile alle Olimpiadi del 2008 non era presente; tuttavia, il 14 agosto 2009, il Comitato Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale, approvò l’inclusione della boxe femminile per i Giochi di Londra nelle Olimpiadi del 2012, anno in cui si ebbero le prime 12 pugili, medaglie olimpiche al mondo.